Potremmo parlare di una vera e propria avanzata degli smartphone, almeno stando a quanto ha riportato Ericsson durante il 26esimo Evento Annuale. Dal 2015 il numero degli smartphone è superiore a quello degli esseri umani: 7,2 miliardi di telefonini contro 7 miliardi di uomini. C’è di più. Gran parte dei device mobile è rappresentata da smartphone. Oramai i vecchi telefonini sono posseduti da poche persone.
Si stima che il prossimo anno gli smartphone rappresenteranno il 50% del totale. Durante la conferenza “We are all change makers”, ovvero “Siamo tutti artefici del cambiamento”, è stato anche analizzato il contesto italiano relativamente alla tecnologia, mediante lo studio “Gli italiani e la società connessa”, effettuato dagli studiosi della Luiss Business School. Innanzitutto, dallo studio emerge che gli italiani sono grandi estimatori del mondo hi-tech: il 72% di essi reputa la tecnlogia determinante per lo sviluppo economico della nazione. C’è scarso apprezzamento, invece, per le infrastrutture, che per gli italiani sono carenti. Una connettività sempre al top, per la maggioranza degli intervistati, migliorerebbe l’istruzione, i servizi pubblici e la sanità.
Gli italiani trascorrono gran parte delle giornata sul web: la maggioranza naviga in Rete mediante smartphone o tablet. Insomma, i dispositivi mobili stanno facendo la parte da leoni. Tanti italiani auspicano più connettività anche sui trasporti pubblici. In poche parole sarebbe bello, per gran parte degli italiani, se ad esempio alle fermate degli autobus vi fossero pannelli su cui scorrono informazioni aggiornate in tempo reale. Tanti italiani, inoltre, vorrebbero che il biglietto cartaceo fosse sostituito al più presto con quello elettronico. Bisogna dare tempo al tempo. Siamo in Italia e, com’è noto, le novità arrivano sempre tardi rispetto ad altre nazioni.
Conseguenza della grande diffusione degli smartphone e della Rete è l’espansione dei social network, Facebook in primis. Il 50,3% degli italiani è iscritto al social network fondato da Mark Zuckerberg; mentre il 10,1% utilizza Twitter. Insomma, siamo in presenza di una vera e propria grande rivoluzione dei media.
