Virus Zika, test vaccino su volontari umani

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Vaccino Zika, primo test su umani

Il temibile virus Zika potrebbe avere le ore contate. Negli Usa, infatti, sono iniziate le sperimentazioni di un vaccino su volontari umani. La notizia è stata diffusa dal National Institute of Health, che è a capo del progetto insieme al Dipartimento della Difesa. Il vaccino verrà inoculato a 75 persone tra i 18 e i 49 anni.

Primo step è verificare sicurezza del vaccino

Gli studiosi americani hanno creato il vaccino mediante il virus inattivato, ossia non letale per l’uomo. Il primo step del test è accertare la sua sicurezza. Secondo le prime indiscrezioni, i volontari verranno suddivisi in 3 gruppi. A quelli del primo gruppo verranno somministrate 2 dosi di vaccino contro il virus Zika e un placebo dopo 28 giorni; a quelli degli altri 2 gruppi, invece, i vaccini contro la febbre gialla e l’encefalite giapponese. Anthony Fauci, direttore dell’Institute of Allergy and Infectious Diseases, ha affermato che bisogna rapidamente trovare l’arma efficace per contrastare il temibile virus Zika, che si sta diffondendo in molte nazioni e rischia di compromettere la salute di molte persone, specialmente quella delle donne incinte e dei nascituri.

Il primo passo, attualmente, è verificare la sicurezza del vaccino contro il virus Zika. Gli scienziati vogliono scoprire se le persone a cui viene inoculato il vaccino produrranno gli anticorpi che li proteggeranno dalla malattia. Il vaccino è già stato sperimentato sulle scimmie e si è rivelato efficace. Adesso è ora dei test sugli esseri umani. Gli esperti americani hanno usato un metodo sfruttato già per creare vaccini contro altre patologie, come la poliomielite e l’influenza.

Zika accertato in 73 nazioni

Nel mese di agosto, i ricercatori del NIAD hanno iniziato a testare un vaccino non molto convenzionale per contrastare Zika. Tale vaccino sfrutta una piccola parte di Dna che viene iniettata nel braccio di una persona. Questo Dna dirige cellule nel corpo umano per produrre proteine analoghe a quelle di Zika, che a loro volta innescano una risposta immunitaria. Questo metodo è stato utilizzato inizialmente per mettere a punto un vaccino per il virus del West Nile.

Se le sperimentazioni si riveleranno valide, è probabile che, all’inizio del 2017, i test verranno condotti anche nei Paesi dove Zika ha colpito molte persone, come il Brasile. L’Oms ha reso noto che il virus Zika è stato accertato in 73 nazioni, tra cui gli Usa. A Puerto Rico, ad esempio, sono stati diagnosticati oltre 30.000 casi.

Le donne incinte colpite dal virus Zika possono dare alla luce bimbi affetti da microcefalia e disturbi neurologici; inoltre, chi è affetto dal suddetto virus rischia la sindrome di Guillane-Barre, un raro disturbo del sistema nervoso.

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