Corno rosso: qual è la storia del portafortuna napoletano?

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Il corno rosso è un portafortuna molto gettonato all’interno della città napoletana, ma in generale lo si conosce bene in tutta l’Italia Meridionale in genere. Da dove deriva? Sicuramente trova le sue radici in epoche antiche.

Corno rosso: la storia antica

In epoche antiche, nel 3500 a.C., gli uomini delle caverne appendevano all’entrata “di casa” delle corna di animali, per indicare prosperità e potenza, ma anche come simbolo di fertilità. Per fertilità si intendeva pure ricchezza di un popolo, sintomo di tanta fortuna. Spesso poi il corno era ritenuto nello specifico un simbolo fallico.

Al tempo dei romani, tutti si munivano di una statuina con un corno lungo e affusolato, affinché si potesse  attirare fortuna e benessere in tutta la famiglia e per le generazione future.

Nel medioevo, poi, il corno era ritenuto magico, diventando apertamente un amuleto che allontana l’influenza maligna; il talismano era prettamente rosso e fatto a mano.

Il corno rosso perché ha questo colore?

Tutti si domandano perché il corno debba essere rosso, e la risposta da Napoli è semplice. Rosso è il colore del sangue, quello dei nemici che abbiamo sconfitto? Il corno di norma dovrebbe essere costruito in modo artigianale, così che acquisisca poteri dalle mani benefiche di chi lo lavora.

Oltretutto, per avere il suo effetto di allontanare la malasorte, il corno dovrebbe essere di corallo, non dovremmo comprarcelo da soli ma dovrebbero regalarcelo. E per di più deve essere concavo perchè così può essere riempito di sale all’interno. Deve essere di corallo non di certo per caso, dal momento che si tratta di una pietra di valore nota perché protegge dal malocchio e tutela le donne incinte.

Per chi non lo sapesse, la forma del corno napoletano simboleggia il fallo di Priapo, il dio della prosperità, che i greci veneravano affinché fossero difesi dalla mala sorte. Col tempo a Napoli il corno ha assunto così tanta importanza da venerare simbolo della cultura del luogo. La città pullula di negozi e stand che vendono il famoso corno rosso, venduto di diverse grandezze e decorato a piacimento dell’artigiano

Come deve dev’essere essere il corno rosso per i napoletani

Stando all’usanza dei napoletani, il corno rosso deve essere “tuosto, vacante, stuorto e cu’ ‘a ponta”, ossia resistente, cavo all’interno, non dritto e con la punta. Nel medioevo si era diffusa una filastrocca nelle zone partenopee che dimostra appunto l’importanza già data illo tempore al corno napoletano come portafortuna: “San Gennaro, san Girolamo, san Crispino, san Giustino usa il mio cornetto, dagli fuoco, dagli vento. San Gennaro, san Girolamo, usa il mio cornetto. San Crispino, san Giustino, fammi vincere il quattrino. Sant’Eufemia, sant’Assunta, non tremate nell’aggiunta. Nel borsello il mio quattrino, il cornetto al santino”.

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