Il caso dei magistrati che volevano allieve in minigonna

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Ecco un’altra storia oscena made in Italy, riportata da autorevoli tabloid italiani come il Corriere e il Fatto. Alcuni magistrati volevano solo allieve in minigonna e tacchi a spillo ai corsi. Inoltre erano privilegiate quelle non fidanzate. Quelle che avevano un compagno sarebbero state sottoposte a test di valutazione del partner. Ciò per stabilire la tipologia di borsa di studio da assegnare: di ‘fascia A’ o ‘fascia B’. Non finisce qui. Il Fatto scrive che la vita delle ragazze che non rispettavano il particolare ‘dress code’ poteva essere ‘sventolata’ negli articoli e durante le lezioni.

Procedimento cautelare al Csm

Un comportamento a dir poco biasimevole quello assunto da alcuni magistrati. Intanto sono stati sottoposti a un procedimento cautelare al Csm sia Francesco Bellomo, consigliere di Stato e direttore della scuola ‘Diritto e Scienza’ per aspiranti magistrati, che il pm Davide Nalin.

Il procedimento cautelare al Csm potrebbe costare ai due giudici la sospensione dalle funzioni e della retribuzione.

Perché imporre alle allieve un codice di abbigliamento del genere? Perché quei magistrati avrebbero imposto alle allieve di recarsi alle lezioni in minigonna e tacchi a spillo?

La segnalazione del padre di un’allieva

La bufera è scoppiata a seguito della segnalazione del papà di una ragazza che avrebbe flirtato con Bellomo. Il giudice per ora respinge ogni accusa.

Il papà dell’allieva non ha mai reputato di denunciare il magistrato Bellomo ma ha voluto segnalare la vicenda affinché tutti si rendano conto che diversi personaggi con la toga non sono così irreprensibili, corretti ed integerrimi come appaiono.

Bellomo, giudice originario della Puglia ma residente a Roma da molti anni, ha sempre rispedito al mittente le accuse. Eppure è stato aperto un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Il giudice Bellomo, così come il collaboratore Nalin, rischia di essere sollevato dal suo incarico e di non percepire più lo stipendio.

Presunto contratto tra magistrato e allieve

E’ stato appurato che i magistrati facevano firmare un contratto alle allieve, che disciplinava anche il tipo di abbigliamento richiesto durante le lezioni e il trucco.

‘Non possono raccontare i fatti perché sono tenuto al silenzio, ma non sono come li hanno descritti; anche se lo fossero, però, sarebbe solo una vicenda di costume…’, ha detto il giudice Bellomo.

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