Cavie umane pagate 10 euro l’ora: il caso di Giulio Zampini
Da Redazione
Gennaio 31, 2018
Oggi non è semplice per tutti arrotondare, sbarcare il lunario, arrivare a fine mese e mantenere una famiglia. C’è chi svolge più di un mestiere per mantenere moglie e figli e chi decide di fare la ‘cavia umana’. Cosa fa una cavia umana? Si offre alla scienza. Una ‘professione’ che certamente non possono svolgere tutti. Le cavie umane sono soggetti sani che testano medicinali sul loro corpo. Tra questi c’è Giulio Zampini, un 33enne che ha deciso di raccontare la sua esperienza al Corriere della Sera.
Volontario al Centro Ricerche Cliniche di Verona da 9 anni
Per fare la cavia umana bisogna rispettare determinati orari e regole. Non si può fare come si vuole.
‘Entri la sera prima, intorno alle nove, fai analisi del sangue, urine e alcol test. La mattina dopo ti svegli alle 7, elettrocardiogramma, prelievo del sangue e assunzione del farmaco. Da lì devi stare a letto e fare prelievi a scalare, ogni cinque minuti, ogni dieci, ogni mezzora, ogni ora, fino a dopo pranzo, quando i prelievi cadono ogni tre ore e ti puoi muovere liberamente dentro la struttura. Nella seconda e terza giornata, invece, prelievi ogni sei ore, c’è più libertà di movimento, ma anche l’esigenza di rispettare sempre il regime alimentare per i pasti: zero spuntini, altrimenti la ricerca è falsata’, ha spiegato Giulio, che da 9 anni è volontario al Centro Ricerche Cliniche di Verona.
Cameriere di notte e personal trainer di giorno
Quando non fa la cavia umana il 33enne lavora come cameriere e giorno personal trainer. Giulio dice che c’è bisogno di persone che testano i farmaci. Lui ha deciso di farlo non tanto per l’aspetto economico, anche se sottolinea che i 10 euro l’ora non sono certamente una somma così esigua.
‘In dieci anni ho partecipato a quattro studi e la paga totale suddivisa per le ore passate al Centro dà una media di 10 euro l’ora. Sembrano pochi eppure se entri la domenica sera ed esci il giovedì mattina puoi essere già sui 720 euro. Una volta ho fatto entrate e uscite di tre giorni dal Centro per quattro volte, quella cifra moltiplicata per quattro, ti ci paghi gli studi o una vacanza’, ha spiegato Giulio, che poi ha chiarito il suo ruolo: ‘Essendo volontario sano, come detto, la maggior parte delle volte, per me, si tratta di test di farmacocinetica, in cui si studiano assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione del farmaco. Non sono un paziente con una patologia e quindi non partecipo a quegli studi in cui si vuol vedere se un farmaco funziona’, ha aggiunto la cavia umana 2.0.
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