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“Much Loved” Esce in Italia: Film Censurato in Marocco. Ayouch Vive Sotto Scorta

Da Redazione

Ottobre 08, 2015

“Much Loved” Esce in Italia: Film Censurato in Marocco. Ayouch Vive Sotto Scorta

Tante volte girare un film costa tanto a un regista e dà problemi. A chi ama l’arte e il cinema, però, non importa nulla. I pericoli non mettono paura. Lo sa bene Nabil Ayouch, regista franco-marocchino che ha diretto “Much loved”, pellicola che esce in queste ore nelle sale italiane

 

In Marocco “Much loved” è stato censurato perché rappresenra un oltraggio alla morale del Paese e alle donne. Nabil, però, non la pensa così: “Ho raccontato prostitute guerriere e non vittime e forse questo ha dato fastidio”.

Ayouch, arrivato di recente a Roma per presentare la sua ultima fatica, narra la vita di 4 prostitute a Marrakesh. Donne che per vivere devono vendere il loro corpo in una città bella ma piena di tabù e pericoli. Ayouch e le 4 attrici vivono sotto scorta perché hanno ricevuto minacce di morte. Nel cast Loubna Abidar, Carlo Brandt, Danny Boushebel, Abdellah Didane, Halima Karaouane, Sara Elhamdi Elalaoui e Asmaa Lazrak.

Il regista ha dichiarato: “Per quanto riguarda le minacce, oggi va meglio… ad averci attaccato è stata un’associazione privata accusandoci di pornografia. Dopo l’uscita del film in Europa, è partita una campagna di odio e di violenza che non potevo neppure immaginare”. Il regista non avrebbe mai immaginato che la sua pellicola avrebbe scatenato così tante polemiche e che fosse censurata in Marocco. Ayouch ha asserito che secondo lui le ‘lucciole’ sono “donne che subiscono tante umiliazioni, ma alla fine resistono. Persone che, come accade in Marocco, sono prive di un protettore e che danno tutto alla famiglia, l’unica entità che dà ancora loro amore”.

Nabil, per realizzare “Much loved”, ha intervistato ben 200 ‘lucciole’ di Marrakesh. Lui avrebbe voluto che il film fosse diffuso anche in Marocco ma non è andata così, ad opporsi è stato il ministro della Comunicazione, “ovvero quella parte della politica animata da populismo”.

La censura, per Nabil, “alla fine ha creato un vero dibattito e dato anche opportunità alle donne di potersi finalmente esprimere”.

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