Nosferatu di Murnau

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Nosferatu di Murnau, il primo grande film sul vampiro Dracula. Trama completa recensione e note sull’autore

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Nosferatu non è probabilmente il più grande capolavoro di Murnau, ma è sicuramente il primo grande film dell’orrore. Sceneggiato da Galeen e con scenografie di Albin Grau, soggettista di Ombre ammonitrici, in Nosferatu è fortemente avvertibile l’influenza del cinema svedese e del Carretto fantasma (Korkarlen, 1919), sia nelle sovrimpressioni con cui è spesso ripreso il vampiro, sia soprattutto nell’uso di esterni naturali; Murnau ricorre però anche ampiamente agli effetti speciali, dalla tecnica “a passo uno”, alla giustamente celebre corsa della carrozza nella foresta, stampata in negativo in modo da accentuarne l’aspetto spettrale.

Nosferatu, trama

Knock, un’allucinata figura di agente immobiliare, che ha ricevuto una lettera coperta di strani segni, ordina al giovane Hutter, il suo impiegato, di partire per un viaggio:
“Ho qui una lettera importante dalla Transilvania. Il conte Orlok intende comperare una casa nella nostra città. Un’ottima occasione per lei, Hutter: il conte è ricco e vuole investire il suo denaro. Farete un viaggio signorile. Vi costerà solo qualche goccia di sangue…e non spaventatevi se sentirete dire che la Transilvania è la terra degli spettri.”
Hutter prende congedo dalla moglie Ellene, che affida agli amici Harding, e parte per il viaggio. Giunto quasi al termine del suo cammino, si ferma una sera ad un’osteria dove viene sconsigliato dal proseguire: non proseguite, nell’oscurità si aggirano gli spettri maligni

Hutter accetta il consiglio e pernotta all’osteria: in camera da letto trova un libriccino, Das Buch von den Vmpirne, dove legge: E fu nell’anno 1443 quando nacque il primo Nosferatu. Il nome suona come il grido di un uccello rapace e gli uomini non osano pronunciarlo ad alta vloce. Gli animali fiutano pericoli che gli uomini non sempre avvertono.

Hutter riparte in carrozza l’indomani, ma questa lo lascia in aperta campagna: non più oltre, per niente al mondo, risponde alle sue rimostranze il cocchiere. Qui inizia la terra degli spiriti maligni, incalza il suo assistente.

Hutter s’incammina a piedi. A rapidità sovrumana gli si fa incontro una carrozza completamente nera; il conducente gli fa cenno di salire; e la carrozza riparte, lanciandosi in corsa attraverso una foresta spettrale, per fermarsi davanti al castello di Orlol. La porta si apre davanti a Hutter, che entra nel cortile; appare la figura spettrale di Orlok: Siete arrivato tardi, giovanotto. E’ quasi mezzanotte.
Mentre sta mangiando, Hutter si taglia inavvertitamente un dito col coltello del pane. Orlok, che sta leggendo una lettera di Knock, si riscuote: Sangue. Il tuo prezioso sangue.
Hutter indietreggia terrorizzato; Nosferatu gli fa cenno di sedere: Parliamo un poco, amico mio. Mancano un paio d’ore all’alba e allora potrò dormire tutto il giorno.
Quando si risveglia l’indomani, Hutter scopre due punture sul collo, ma non vi presta attenzione. Scrive una lettera alla moglie, in cui scrive di aver fatto brutti sogni e la consegna ad un cavaliere di passaggio.

La notte dopo, Hutter e Orlok discutono d’affari: ad Hutter cade di mano il ritratto della moglie. Orlok lo raccoglie ammirato: Vostra moglie? Che bel collo!
Orlok decide di acquistare una vecchia casa cadente sul canale, prospiciente all’abitazione di Hutter.
Più tardi Hutter, in camera, trova nel bagaglio il libro dei vampiri e riprende la lettura: Nosferatu beve il sangue di giovani uomini, il sangue che lo mantiene in vita. Il vampiro si riconosce dai segni sul collo della vittima…

Suona mezzanotte. Hutter spalanca la porta: in fondo al salone la figura immobile di Orlok. Cerca di richiudere la porta, ma questa non ha catenaccio. Torna allora a lett e nasconde il capo sotto le lenzuola. Nosferatu entra lentamente e la sua ombra si staglia sul letto.

La stessa notte, a Brema, una visione di sogno.

Ellene, in preda ad un attacco di sonnambulismo, è raccolta da Harding, che manda a chiamare un dottore e la fa sdraiare in letto.
Ellen si riscuote improvvisamente: Jonathan, Jonathan, ascoltami!
L’ombra di Nosferatu si ritrae dal letto.
L’indomani Hutter si risveglia, scende nella cripta, dove in una bara trova Orlok, Nosferatu, che dorme. In preda al panico corre nella sua stanza, dove perde i senso. Quando si risveglia, vede nel cortile Nosferatu che carica su un carro delle bare; si sdraia nell’ultima, che si richiude da sé, e il carro parte senza guida.
Hutter prepara una corda con le lenzuola e fugge dalla finestra.
Viene raccolto alcuni giorni dopo febbricitante, e curato.
Il carico di bare sta per essere portato a bordo di una nave; i marinai rovesciano una delle casse; contiene della terra e alcuno topi, uno dei quali morde un marinaio.
Alcuni giorni dopo, il dottor Van Helsing tenne una lezione sui segreti della natura e i suoi sbalorditivi paralleli con la vita umana.
Van Helsing mostra agli allievi una pianta carnivora: il vampiro del regno vegetale, commenta.
Knock, intanto, è stato rinchiuso in manicomio, dove si comporta stranamente, catturando mosche e mangiandole, mormorando: Sangue, Sangue!

Ellen, seduta in riva al mare, tra dune cosparse di croci, attende il ritorno del marito leggendo la sua lettera.
Knock, soddisfatto, sta leggendo in un giornale la notizia dello scoppio di un’epidemia di peste nell’Europa Orientale, le cui vittime si riconoscono per due punture sul collo.
Mentre Hutter sta tornando a cavallo verso Brema, sulla nave che trasporta Nosferatu scoppia la peste e presto rimangono vivi solo il capitano e il primo ufficiale.
Questi decide allora di andare a vedere in cosa consiste il loro carico; sta per sfasciare una cassa, quando compare l’ombra di Nosferatu: in preda al panico si getta in mare. Temendo di non poter resistere il capitano si lega al timone.
Hutter ritorna finalmente a casa, mentre la nave senza guida sta per entrare nel porto di Brema. Knock si arrampica fino alla finestra della sua cella: Il padrone sta arrivando! Il padrone sta arrivando!

Fingendo un’immobilità assoluta, aggredisce il guardiano che gli ha voltato le spalle e fugge dal manicomio.
La nave è entrata in porto; ne scende Nosferatu che raggiunge a piedi la casa che ha acquistato, portando sotto braccio la bara.
La commissione portuale sale sulla nave; il cadavere del comandante viene portato a terra. Dalla lettura del diario di bordo si scopre che la nave era infestata dalla peste, e vengono immediatamente prese misure igieniche; ma ormai la pesta è scoppiata a Brema.
Ellen ha promesso al marito di non aprire il libro dei vampiri ma non può resistere alla tentazione.
Apre il libro e inizia a leggere:
Solo una donna può vincere il terribile incanto, una don na pura di cuore che offra volontariamente il suo sangue a Nosferatu e trattenga presso di se il vampiro fino al canto del gallo.

Ellen si confida col marito. il vampiro passa tutte le notti alla finestra a guardarla.
Knock, intanto, in cima ad un tetto, lancia sassi contro i passanti, viene inseguito in aperta campagna e nuovamente catturato.
Notte. Il vampiro è alla finestra della sua casa. Ellen apre la finestra, quindi allontana con una scusa il marito, mandandolo a chiamare Van Helsing.
L’ombra di Nosferatu sale la scala della casa di Hutter, apre la porta e si avvicina al letto dove Ellen è sdraiata.
Nosferatu sta succhiando il sangue di Ellen, quando canta il gallo…
Knock si sveglia nella sua cella: Padrone! Padrone!

Sorge il sole, Nosferatu porta una mano al petto, fa alcuni passi, la luce del giorno lo colpisce; il vampiro si dissolve in uno sbuffo di fumo. Hutter e il professore si precipitano nella camera da letto, ma Ellen sta ormai morendo.
La peste cessa improvvisamente d’imperversare.

Nosferatu di Murnau, recensione

Questa prima apparizione di Dracula sullo schermo è indimenticabile, con la sua figura rigidamente contorta e scheletrica, le lunghe unghie artigliate, le occhiaie incavate. Il viaggio di Hutter, lungo e pieno di presagi, è il viaggio nel regno dei morti: la sua intrusione in esso spezza le frontiere e la morte-vampiro può invadere il regno dei vivi con il suo esercito di topi, per essere infine fermato non dalla scienza (il ruolo di Van Hlesing nell’azione è nullo) ma dall’amore, in un finale solo apparentemente ingenuo ed in realtà sottilmente ironico.

Curiosamente è proprio questo film, che abbandona il tema dello sdoppiamento caro ai romantici, a riprenderne invece, sia pure in sordina, la polemica antifilistea: la collocazione sociale del mondo dei vivi è molto precisa, è la borghesia commerciale tedesca del secolo scorso. La peste, dopo il suo mitico scoppiare sulla nave, perde ogni dimensione metafisica e può essere interpretata come fine del commercio, come isolamento economico: partendo da tali premesse il finale acquista allora tutto il suo sapore ironico: il sacrificio della vergine al mostro è il prezzo da pagare per la ripresa dei traffici.
Come in tutte le leggende di draghi.

Primo film di vampiri, come abbiamo detto, Nosferatu richiedeva un’abile pubblicità e la ebbe: su un numero di Buehne und Film comparve un racconto di vampiri di Albin Grau e tutta una serie di brevi inserzioni: “Nosferatu non può morire!” – Centomila pensieri vi colpiscono quando udite la parola Nosferatu – Cosa vi aspettate dalla prima di questa grande opera cinematografica? Non avete paura? – Gli uomini devono morire. Ma la leggenda racconta che un vampiro, Nosferatu, il non morto, vive del sangue degli uomini.”

Ispirato a romanzo di Stoker, (Dracula 1897)senza aver ottenuto i diritti di riduzione, e nonostante l’insufficiente precauzione di cambiare i nomi di alcuni personaggi, Nosferatu si trovò presto al centro di una causa intentata dalla vedova di Stoker (1847 – 1912) contro la casa produttrice; la causa fu vinta e il tribunale decretò la distruzione di tutte le copie del film; per fortuna l’ordinanza non fu eseguita scrupolosamente.

La leggenda di Max Schreck, l’attore di Nosferatu

Un certo Waldemar Roger operò nel 1930 un adattamento artistico di Nosferatu e, naturalmente all’insaputa di Murnau, vi aggiunse alcune scene di una festa di paese e di una lunga messa.
I titoli di testa attribuiscono il ruolo di Nosferatu all’attore di cabaret Maz Schreck. Si è però sostenuto, sembra con un certo fondamento, che l’attore non avesse partecipato al film, e anche con minor attendibilità, che il ruolo fosse stato assunto dallo stesso Murnau.

Murnau, e la fama di regista maledetto

Dopo Nosferatu, Murnau abbandonò definitivamente il fantastico, ritornandovi marginalmente per Faust (1926), tratto non da Goethe ma dalla versione di Hans Kyser, drammaturgo e regista cinematografico, in cui fu fatto ampio uso di effetti speciali, specialmente nella scena del volo notturno di Faust e Mefisto; per realizzarla furono costruite in un magazzino di trentacinque metri per venti delle maquettes, ispirate all’opera del pittore cinquecentesco Altdorfer, precise fin nei minimi dettagli. Essendo a quell’epoca ancora impossibile montare la macchina da presa su una gru per darle sufficiente mobilità, si pensò di costruire una stretta passerella, stile “montagne russe”, di montare la macchina su un carrello e di lanciarla lungo il percorso: il risultato fu disastroso, con immagini tremolanti; il castello dovette essere allora finrozato e lo chassis abbassato per conferirgli maggior stabilità.
Terminato questo film, Murnau emigrò in America, chiamato dalla Fox, insieme con lo sceneggiatore Carl Mayer. Dopo tre film girati per la casa americana, ruppe il contratto, e, associandosi con un altro transfuga dalla Fox, il documentarista Robert Flaherty, girò nelle isole dei Mari del Sud Tabù. Lo stesso anno, l’11 marzo 1931, moriva in un incidente stradale in California.
Nosferatu prima e Tabù dopo contribuirono a dargli fama di regista maledetto. Non stupisce quindi il fiorire di aneddoti macabri intorno alla sua morte e alla sua sepoltura; trattandosi di storie prive di alcun fondamento preferiamo tacerle.

Con Murnau moriva il primo grande autore del cinema fantastico; il suo apporto al genere va molto oltre l’aver dato inizio alla più fruttuosa delle mitologie horror; con Nosferatu, Murnau, svincolandosi dalle tendenze estetiche dell’espressionismo, si serve per la prima volta di ambienti naturali allo scopo di costruire un’atmosfera fantastica e minacciosa e scaricando sul vampiro le proprie ossessioni omosessuali, gli conferisce quella carica di minaccia erotica che riapparirà alla luce come principale caratteristica del vampiro soltanto nelle produzioni inglesi più recenti.

Fonte: Teo Mora, storia del cinema dell’orrore

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