Tetraplegico muove mano grazie a microchip
Da Redazione
Aprile 14, 2016
Un tetraplegico americano, Ian Burkhart, è tornato a muovere nuovamente una mano. Merito di un team di ricercatori americani
Dopo una pauroso incidente stradale, avvenuto 5 anni fa, Ian Burkhart rimase paralizzato dal petto in giù. Ora, attraverso un microchip e a trasmissioni nervose artificiali, è tornato a muovere la mano destra. Una piccola grande conquista che ha migliorato la sua vita. Mai, finora, in ambito medico si era ottenuto un risultato del genere su un paziente tetraplegico. Determinante è stato l’alacre lavoro nei laboratori, durato un paio d’anni, di un’equipe di ricercatori statunitensi. La spina dorsale di Ian era stata gravemente compromessa e per questo non riusciva più a muovere braccia e mani. Adesso il signor Burkhart può compiere semplici azioni come mescolare lo zucchero nel caffè o usare la carta di credito. Bisogna precisare, però, che il tetraplegico non può usare sempre la sua mano destra, ma solo quando è connessa al pc presente nel laboratorio dove i ricercatori stanno effettuando i test. Non si tratta dunque di un rimedio alle paralisi. Gli studiosi d’oltreoceano hanno spiegato che ancora bisognerà lavorare molto prima di permettere ai paralizzati di muoversi nuovamente. L’ingegneria neurale, però, ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e crediamo che presto verranno fatte altre scoperte che miglioreranno sensibilmente la vita delle tante persone rimaste paralizzate.
Ian Burkhart, 24 anni, è diventato una sorta di cyborg, passando gran parte del suo tempo, negli ultimi due anni, nei laboratori dell’Ohio’s State Neurogical Institute. I ricercatori hanno impiantato un microchip nella corteccia motoria del tetraplegico. L’obiettivo è autorevole: bypassare la spina dorsale lesa e, con l’aiuto di un decoder e impulsi nervosi artificiali, permettere il movimento della mano destra col pensiero. Gli ingegneri americani hanno lavorato per un decennio prima di creare questo tipo di interfaccia cervello-computer. Le sperimentazioni sono state portate avanti su diversi pazienti ma Burkhart. Nel corso degli ultimi 15 mesi, i ricercatori della Ohio State University Wexner Medical Center e gli ingegneri dal Battelle, hanno permesso al tetraplegico Burkhart di riapprendere le capacità motorie con sedute di allenamento settimanali. In sostanza, un pc traduce i segnali trasmessi dal cervello dell’uomo paralizzato e permette il movimento della mano e delle dita. Se il tetraplegico, ad esempio, pensa di stringere il pugno gli elettrodi impiantati registrano l’attività nella sua corteccia motoria. Tali segnali vengono decodificati in tempo reale, in modo da mettere in movimento i muscoli del braccio, la mano e le dita. Straordinario, no? Grazie a questo, Burkhart è tornato, ad esempio, a versare acqua in una bottiglia ed afferrare un telefono. Herb Bresler, ricercatore senior presso Battelle, ha detto:
“Strisciare le carta di credito è il movimento più impressionante in questo momento”.
A breve la sperimentazione terminerà, visto che aveva una durata biennale. Bresler ha sottolineato che il chip è un elemento limitante e per questo si cercherà di individuare altre soluzioni per la raccolta dei segnali del cervello. Questa sperimentazione, comunque, fa ben sperare a un futuro migliore per le persone paralizzate, che probabilmente saranno meno dipendenti dagli altri. Speriamo.
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