Concordia, Schettino si commuove in aula: “Difficile definire vita quella che sto vivendo”
Da Redazione
Febbraio 11, 2015
“Sono stato accusato di mancanza di sensibilità per le vittime: cospargersi il capo di cenere è un modo per esibire i propri sentimenti. Una scelta che non ho fatto. Il dolore non va esibito per strumentalizzarlo”. Parola di Francesco Schettino, intervenuto nel processo sul naufragio della Costa Concordia.
L’ex comandante si è anche messo a piangere. Ora i giudici del tribunale di Grosseto sono in camera di consiglio per decidere la pena da infliggere a Francesco Schettino. “Sento di dire e, forse non è stato compreso, che il 13 gennaio 2012 sono in parte morto anche io. Dal 16 gennaio la mia testa è stata offerta con la convinzione errata di salvare interessi economici. La divulgazione di atti processuali prima che fossero analizzati fin dall’inizio, fino a questa fase del processo in cui sono state dette frasi offensive, si avvalora l’immagine di uomo meritevole di una condanna. Una condanna che soddisfi il progetto iniziale di logiche utilitaristiche chiare”, ha asserito Schettino.
“E’ difficile definire vita quella che sto vivendo. Anche i media sono caduti nella trappola, benché non tutti. Hanno distorto la realtà dei fatti”, ha rivelato l’imputato.
“La peggiore vittima di questa vicenda è quel signore che io difendo, Francesco Schettino, a cui si vuole infliggere un pena che sembra un ergastolo, perché questo è stato praticamente chiesto per quest’uomo. E’ possibile che non ci si renda conto che costui in questi tre anni ha subito di tutto, ha sofferto come nessun altro mortale. E’ stato mortificato, dileggiato, offeso, ingiuriato in udienza, perseguitato dalla stampa e dalle forze dell’ordine”, ha detto il difensore di Schettino, Domenico Pepe.
Secondo voi, Schettino è una vittima o un carnefice di questa vicenda?
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