Eccezionale scoperta in ambito tecnologico. Un team di studiosi della Columbia University, a New York, ha ideato una lampadina piccolissima ma funzionante, composta da grafene.
La lampadina è grande come un gruppetto di atomi ma emette tanta luce grazie alle caratteristiche del grafene, materiale formato da uno strato monoatomico di atomi di carbonio. Ebbene, gli studiosi americani hanno avuto la splendida idea di convertire il minuto strato atomico in un vero e proprio circuito che può generare luce. In sostanza, il grafene si è riscaldato così tanto da sfiorare la temperatura di 2.500 gradi circa, favorendo la generazione di luce.
L’equipe coordinata dal Young Duck Kim aveva intuito, dunque, che il surriscaldamento eccessivo del grafene determina l’emissione di luce, diventando una specie di lampadina che si spegne quando diminuisce il calore. Una bella scoperta che, però, è difficile applicare nella vita odierna. E’ probabile, però, che in futuro, nel campo dell’illuminazione, il carbonio verrà sostituito dal grafene; quindi i circuiti saranno sempre più piccoli e potenti.
“Edison all’inizio ha utilizzato il carbonio come filamento per la sua lampadina, ma ora usiamo la sua forma più pura e al suo limite della dimensione massima, solo un atomo di spessore”, ha dichiarato Yun Daniel Park, fisico dell’università di Seul che ha preso parte allo studio. Diversamente dal carbonio sfruttato da Edison, però, il grafene conduce il calore che gli consente di riscaldarsi moltissimo in poco tempo senza che si ravvisi nessuna fusione degli elettrodi di metallo. Le temperature elevate, infatti, riguardano solamente la zona centrale del filamento.
E’ doveroso prendere in considerazione la scoperta fatta dagli scienziati americani perché è un ottimo punto di partenza per creare qualcosa di veramente utile per le future generazioni. In futuro avremo lampadine minuscole, che non si vedono neanche ad occhio nudo? I presupposti per crearle ci sono.
