Quattro domande da porsi prima di lasciare il proprio lavoro

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Quella di lasciare il proprio lavoro per imbarcarsi in una nuova avventura è una fantasticheria più comune di quanto non si immagini. Capita a tutti – o quasi – di affrontare un periodo di particolare stress, di sentire il bisogno di cambiare o di perdere la motivazione a causa di un impiego troppo ripetitivo.

Nonostante ciò, soltanto in pochi trovano il coraggio necessario per lasciare un lavoro fisso e provare, effettivamente, qualcosa di diverso. Spesso, infatti, la paura del fallimento finisce per sovrastare il desiderio di effettuare nuove esperienze, portandoci a rinunciare in partenza ai nostri sogni e progetti.

Attenzione, comunque: ciò non vuol dire che chiunque dovrebbe licenziarsi a cuor leggero. Al contrario, prima di compiere un passo del genere, sarebbe utile prendersi una pausa e provare a riflettere bene sul da farsi: ecco, quindi, quattro domande su cui interrogarsi a proposito di un cambio di lavoro!

#1 Cosa mi piace o non mi piace del mio attuale lavoro?

Prima di immaginare un possibile futuro professionale, bisognerebbe focalizzarsi sulla situazione attualmente in corso. Assai importante, ad esempio, è chiedersi quali siano gli aspetti più o meno piacevoli del lavoro che si sta svolgendo, quali elementi andrebbero cambiati e quali, invece, no.

Riflettere su questi argomenti non è affatto una perdita di tempo. Al contrario, è un ottimo modo per gettare le basi della carriera che si desidera costruire.

#2 Su quali doti o competenze posso scommettere?

Ciascuno di noi è un individuo con pregi e difetti: il segreto è valorizzare i primi e cercare di minimizzare il resto. Per riuscire a fare ciò, però, è fondamentale conoscere se stessi, avere una visione il più possibile chiara, distaccata, e quindi obiettiva, delle competenze acquisite nel tempo, ma anche di eventuali lacune ed altri aspetti ancora da migliorare.

Una volta individuati i propri punti di forza – ad esempio, il problem solving, la capacità di lavorare in team o la conoscenza di una o più lingue straniere – sarà più facile dirigersi verso il settore che ci offre maggiori opportunità.

#3 Quale obiettivo voglio raggiungere (a breve e lungo termine)?

Passiamo, adesso, alla fase più strategica, durante la quale andranno delineati gli obiettivi a breve e lungo termine. Ambisci, da sempre, ad una posizione ben retribuita e di prestigio? Ti piacerebbe svolgere un lavoro “creativo”, magari una professione digitale nata di recente e, perciò, considerata dalla maggioranza delle persone come “non convenzionale”?

Se, dopo aver affrontato questi interrogativi, ci si rende conto dell’incompatibilità tra l’attuale impiego e i risultati sperati, è il momento di lasciare il vecchio lavoro per intraprendere – o creare – una nuova via.

#4 Quali sono i passaggi intermedi?

A prescindere da quale sia l’obiettivo – far parte di una grande azienda o trovare clienti interessati ai propri servizi – è buona norma pianificare anche alcune tappe intermedie. Ad esempio, per chi aspira a lasciare un posto da impiegato per dedicarsi ad un business tutto suo, i principali step consistono nell’apertura della Partita IVA, nell’affitto dei locali (o nella realizzazione di un sito web, se l’attività si svolge online), nella richiesta di permessi, ecc..

In tal caso, l’assistenza di un consulente – anche in versione “digital” come Fiscozen – è indispensabile affinché tutto, inclusi i passaggi più tecnici e complicati (come la scelta del Codice ATECO e del regime fiscale), fili liscio.

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