Steve Jobs: forse poteva salvarsi grazie ad un trapianto

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Tutti sappiamo quanto Steve Jobs, fondatore della Apple, abbia avuto una vita intensa: a partire dalla sua nascita, figlio indesiderato di due studenti  universitari che poi lo diedero in adozione alla famiglia Jobs (  e pensare che suo nonno materno avrebbe voluto che la madre abortisse!), ha poi lasciato un grosso segno nella società mondiale e a tutt’oggi il suo marchio della “mela morsicata” rimane uno dei più importanti e blasonati a livello internazionale.

Tutto sembrava andar bene, a livello professionale e familiare, quando purtroppo, anche a lui, come a tante persone è accaduto, fu diagnosticato un tumore. Al pancreas, uno dei più terribili e senza scampo, neanche per chi, come lui, avendo disponibilità economica, avrebbe potuto se non altro tentare di sottoporsi ad una cura. In realtà, stando a quanto scritto nel libro ‘Becoming Steve Jobs’, scritto dai giornalisti americani Brent Schlender e Rick Tetzeli, avrebbe avuto la possibilità di salvarsi o per lo meno di provare a salvarsi. Secondo il racconto del libro, a tratti romanzato ma comunque basato su fatti reali, data la forte amicizia che c’era tra Jobs e il suo direttore generale Tim Cook, questi si sarebbe offerto di donare all’amico il suo fegato, sottoponendosi ad un trapianto, quando appunto la malattia aveva già intaccato l’organo. Jobs avrebbe non solo rifiutato, ma scacciato Cook in malo modo: forse proprio perchè, in linea con la sua visione di vita, non avrebbe mai voluto accanirsi terapeuticamente su se stesso prolungando una sofferenza per sè e procurando altri problemi al suo amico e collega di una vita.

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