Uber: piano per esplorare vite private dei giornalisti censori

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Uber sta facendo parlare molto di sé negli ultimi tempi. Il vicepresidente, Michael Emil, ha screditato indirettamente Uber. Perché? In occasione di una cena il manager avrebbe richiesto la formazione di un pool di investigatori per scandagliare le vite private dei giornalisti eccessivamente censori nei confronti dell’azienda. Emil avrebbe messo sul piatto la bellezza di un milione di dollari.

Emil ha chiesto scusa per le sue parole, affermando: “Le affermazioni che mi sono state attribuite nascono dalla frustrazione sulla copertura media sensazionalistica della società per cui sono orgoglioso di lavorare. Erano sbagliate: non indagheremo sui giornalisti”.

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