Cocaina favorisce cannibalismo tra cellule cerebrali: non solo danni al cuore
Da Redazione
Gennaio 21, 2016
Che la cocaina, e in generale tutte le droghe, non facciano bene alla salute e al cervello è risaputo. Forse non tutti sanno, però, che la cocaina fa diventare il cervello cannibale
Un recente studio ha scoperto che la cocaina fa male, molto male, al cervello innescando una sorta di meccanismo di autofagia. In soldoni, dopo aver assunto elevate dosi della sostanza stupefacente, le cellule cerebrali tendono a ‘sbranarsi’. La scoperta è stata fatta da un’equipe di ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine, nel Maryland. Insomma, la cocaina favorisce il cannibalismo tra le cellule del cervello.
La cocaina, dunque, non fa solamente aumentare il battito cardiaco, facendo sentire chi l’assume molto eccitato, ma induce anche l’autofagia ovvero la tendenza delle cellule cerebrali a divorarsi.
Sembra che gli studiosi americani abbiano scoperto un farmaco che blocca il meccanismo che porta le cellule del cervello a ‘sbranarsi’. Da sottolineare, però, che il test è stato condotto sui roditori, quindi non si sa ancora che effetto abbia il farmaco sull’uomo. I primi risultati, però, fanno ben sperare. La cocaina, infatti, provoca la distruzione dei neuroni.
Assumere cocaina fa male. Non ci sono dubbi. Tantissimi studi lo hanno comprovato. La sostanza altera funzionalità e struttura di cervello e cuore. Forse non tutti sanno, inoltre, che la cocaina riduce il ‘quantum’ di materia grigia e memoria, rendendo incapaci di fare scelte.
Karen Ersche, studiosa del Behavioural and Clinical Neuroscience Institute dell’università di Cambridge scoprì che la cocaina altera in modo permanente la forma del lobo frontale e delle aree cerebrali deputate al piacere e alla ricompensa:
“Non possiamo ancora dire se la cocaina provoca provoca uno sviluppo anomalo in queste regioni del cervello o se le persone con questa conformazione cerebrale cadono più facilmente nella dipendenza, ma abbiamo dimostrato che la cocaino-dipendenza è una malattia del cervello e non un problema morale, come ancora oggi si tende a considerarlo”.
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