Checco Zalone ha fatto ciò che tanti cineasti con la puzza sotto il naso tentano di fare praticamente abitualmente. Portare al cinema tutti, dal bambino all’anziano. Smuovere un popolo e piacere al popolo tutto. La schiera di critici che snobbano il fenomeno Zalone, in realtà lo invidiano perche’ Zalone e’ semplicemente stato capace di parodiare la realtà, ossia di effettuare un rovesciamento ironico di ciò che giornalmente accade ad ogni italiano, e tutti noi siamo ben consci di come la parodia sia possibile solo se si possiede la conoscenza o la cosiddetta cultura. Zalone non e’ un cabarettista improvvisato. Sa perfettamente di cosa parla e sa perfettamente come parlare di razzismo, omofobia, sessismo, ecologia, politica. Quello che agli occhi di un critico può apparire qualunquismo e’, in realtà, l’abile tentativo, riuscito, di piacere a tutti, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte; piacendo a tutti con leggerezza ed intelligenza, con scherno, ma mai troppo. Quo Vado ha saputo misurarsi nel difficile impatto con uno spettatore demoralizzato dalla crisi perche’ ha riso di quella crisi. Ha riso di chi ha il posto fisso, di chi lo vorrebbe senza riuscirci, delle leggi italiane, del malcostume del nostro paese e persino della nostra inciviltà. Tutti si sono riconosciuti in quei vizi. Tutti ne hanno riso. Zalone, però, e’ andato oltre. Non ha solo preso in giro l’ovvietà italiana. Ha anche tentato di trovare una via di fuga, di ripiegare sul romantico, riuscendoci. La lacrimuccia scende facilmente alla fine del film ed e’ li’ che coppie ed anziani si innamorano ancora di più di questo furbo cineasta, capace di accorpare mondi distanti, di far ridere in maniera intelligente e di fingersi scemo. Zalone ne sa più di tutti noi eppure finge di non sapere niente di tutto ciò che ci sta spiegando. Checco sa, conosce, non solo la politica, la cultura ed il cinema, ma anche la gente. Sa come operare con leggerezza, ma senza scadere nel banale, spennellando il film con pillole di cultura. E se la cultura la fanno le abitudini degli italiani, Checco Zalone e’ divenuta una piacevole abitudine. E’ divenuto l’incontro tra la generazione della speranza e quella della crisi, piacevolmente riunite per provare a trovare una soluzione, cinematografica, all’immobilismo italiano.
