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Torino: i negozi in città hanno un problema di accessibilità

Da Redazione

Dicembre 17, 2024

Torino: i negozi in città hanno un problema di accessibilità

Aprire un negozio al giorno d’oggi in una città come Torino, importante per ragioni culturali ed economiche, può rivelarsi un’impresa da coraggiosi, tra web e burocrazia a cui fare attenzione (clicca qui se stai cercando degli immobili commerciali in vendita a Torino selezionati da agenti immobiliari referenziati).

Nel momento in cui si decide di fare questo grande passo, è cruciale fare attenzione anche a un altro aspetto oggi centrale: l’accessibilità del proprio punto vendita.

Lo scorso 29 ottobre, in occasione di una riunione che si è tenuta presso i locali della Prefettura del capoluogo piemontese e che ha visto intervenire rappresentanti delle istituzioni, tra cui l’assessore al commercio Chiavarino, della Polizia Locale e della Camera di Commercio, sono stati presentati i risultati di un’indagine condotta dalla CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà).

Cosa è emerso? Numeri preoccupanti per quanto riguarda l’accessibilità, da parte delle persone con ridotte abilità motorie, dei negozi torinesi.

La consulta, in collaborazione con la prefettura sabauda, ha effettuato una mappatura che ha portato alla luce una situazione a dir poco grave.

I dati (negativi) sull’accessibilità dei negozi a Torino

Secondo la suddetta mappatura, il 75% circa dei negozi nelle principali vie di Torino non è accessibile da parte dei disabili motori. Sono stati mappati complessivamente 271 punti vendita.

Su questo totale, solo 68 attività sono risultate avere rampe o, in generale, ingressi facilmente accessibili da parte di chi ha difficoltà motorie.

Secondo i rappresentanti della consulta, si ha a che fare con una situazione che si può definire stagnante. Come è stato possibile leggere sugli organi di stampa che, dopo la riunione presso la Prefettura, hanno parlato del tema, la questione era già stata sollevata, in contesto torinese, già due decenni fa, attraverso un’iniziativa nota come “Via il Giardino”, progetto avente lo scopo di ridurre le barriere architettoniche.

Direttore della CPD: “L’inclusione non deve essere un concetto astratto”

Il direttore della CPD, raggiunto dalla stampa nei giorni successivi alla riunione in Prefettura, ha parlato dell’inclusione come di un concetto che non deve essere astratto, ma tradursi in un impegno quotidiano.

Le proposte per migliorare l’accessibilità

Durante la sopra citata riunione in Prefettura, sono emerse diverse proposte per migliorare l’accessibilità dei negozi di una città come Torino, interessata, in ogni momento dell’anno, da importanti flussi turistici.

Nell’ambito delle strade che si possono percorrere, è possibile chiamare in causa la replica di un modello virtuoso già noto, ossia quello di Via Po. In questa strada, che si trova a poca distanza dalla Mole Antonelliana, i negozianti hanno dato vita a un’iniziativa molto interessante, acquistando, per i propri punti vendita, diverse pedane mobili.

Grazie ad apposite vetrofanie, queste ultime sono visibili e fruibili da chi ne ha la necessità.

Questo risultato è il frutto di un lavoro di sensibilizzazione che si è concentrato molto sui vantaggi derivanti dall’accesso di un numero più alto di clienti, includendo anche anziani, genitori con passeggini, disabili in carrozzina.

Si tratta di un aspetto positivo non da poco in un periodo in cui il commercio di prossimità – e i negozi storici in particolare – sta vivendo notevoli difficoltà a causa di diversi fattori, tra cui l’aumento delle vendite online.

Un’altra proposta emersa riguarda la realizzazione di un vademecum finalizzato a spiegare ai commercianti gli step da concretizzare per abbattere le barriere architettoniche, il tutto senza spendere cifre folli.

Si è parlato anche dell’inclusione dell’accessibilità dei punti vendita come criterio per l’accesso ai finanziamenti pubblici erogati dal Comune.

In questo modo, a detta degli esperti, si porterebbe i commercianti a considerare l’accessibilità qualcosa di pratico e non più un riferimento astratto nelle carte normative.

La riunione si è conclusa con la promessa di nuovi incontri nel futuro tavolo della Prefettura.

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