Evoluzione dei negozi storici, dalla bottega al web

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Se oggi siamo in grado di fare shopping con un semplice click, lo si deve alle botteghe: come si sono evolute queste attività commerciali e come faranno i negozi storici cittadini a sopravvivere di fronte al successo dell’e-commerce: la bottega di Sangiorgio Calzature a Merate è un esempio concreto di fusione tra modernità e tradizione.

Che cos’è una bottega

La bottega viene intesa  comunemente come un piccolo esercizio commerciale, generalmente affacciato su una via principale o pubblica. La struttura è composta in due parti, un ambiente riservato alla vendita della merce, la quale viene prodotta da un laboratorio artigianale sul retro o subito adiacente a questo spazio.  Questa soluzione è stata adottata fino al XIX secolo, ma in realtà questo schema deriva dalla taberna romana, uno spazio in cui si vendevano le materie prime.

Il XIX secolo in Italia le botteghe si sono trasformate proprio dal XIX secolo. La crescente industrializzazione dei vari prodotti ha favorito una evoluzione naturale. Vengono così suddivise in esercizi commerciali e attività artigianali. Ed è per questo che un negozio di salumeria e un laboratorio di falegnameria vengono comunemente dette botteghe.  Di sicuro, le botteghe originali derivano dagli usi del Medioevo.

Origini dei negozi storici ed evoluzione web

Il termine bottega all’epoca era usato soprattutto per indicare il luogo di lavoro di un artista e dei suoi eventuali apprendisti. In pratica, un atelier.

Nella Firenze del XV secolo, l’attività di artista o di artigiano era destinata ai figli di chi esercitava la professione, oppure a chi proveniva da famiglie veramente agiate. L’apprendistato costava meno di ogni altro mestiere. Ad esempio, chi voleva diventare pittore doveva essere accettato in giovane età, in una bottega. In questo caso, era un grande edificio-laboratorio nel quale il maestro, oltre a svolgere il proprio mestiere, aveva la sua dimora. La struttura era generalmente al piano della strada in modo che i prodotti in vendita potessero essere esposti alla vista dei passanti.

L’allievo faceva il suo ingresso dopo un contratto regolare e stipulato davanti a un notaio: il maestro garantiva l’insegnamento del mestiere al giovane, il quale in cambio riceveva la paga o semplice vitto e alloggio. Alcuni pagavano una regolare retta in casi particolari e si iniziava la gavetta: si iniziava dalla preparazione dei colori, delle tavole, delle pulizie e successivamente il maestro lo introduceva all’arte e al disegno, per poi dipingere e rifinire i quadri dell’artista.

Anche se c’era questa distinzione, non era certo una vera e propria impresa e non c’erano distinzioni di mansioni. Quindi, oltre a quella dei pittori, esistevano altre botteghe in cui si producevano manufatti  come pale d’altare, sculture, reliquiari, un cassone nuziale, cartone per il ricamo al cartone per la vetrata. A partire dal Rinascimento maturo quando l’attività dell’artista assumerà i connotati di un’attività intellettuale e ci sarà una netta suddivisione tra arti maggiori e arti minori.

Grande distribuzione ed e-commerce

Con l’accelerazione del  processo industriale nel secondo dopoguerra e, unitamente all’avvento della GDO, la grande distribuzione organizzata,  ha determinato la quasi totale scomparsa dei negozi storici. Inoltre, per riciclare gli avanzi di magazzino della merce invenduta non alimentare, sono nati gli spacci aziendali, denominati poi outlet: ora sono aggregazioni di negozi grandi marche che dovrebbero essere convenienti, ma che sono al centro di molte polemiche proprio per i cartellini opportunamente gonfiati, specie durante il periodo dei saldi.

Tornando alle botteghe, alcune strutture si sono salvate, ma la maggioranza solo per vincoli architettonici, le attività sono scomparse. Alcune botteghe storiche, per sopravvivere ai centri commerciali, ai supermercati e all’assalto dei vari marketplace, hanno deciso di modernizzarsi inaugurando un sito web. È il caso di www.sangiorgiomerate.it, sito ufficiale del negozio Sangiorgio calzature a  Merate, in provincia di Lecco. Dal 1947 la famiglia Sangiorgio vende scarpe, borse e accessori moda di qualità, sia di produzione italiana, sia di famosissimi brand internazionali a prezzi molto competitivi.

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