Jobs Act, Poletti: “Impossibile pensare sistema senza licenziamenti”

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Il Cdm ha approvato, nelle ultime ore, i decreti attuativi del Jobs Act. Tra le novità che arriveranno del mondo del lavoro ci sarà l’abolizione dei co.co. pro e la possibilità di regalare le ferie ai colleghi che hanno figli minori o malati da accudire.

In occasione di un incontro coi giovani, all’Università di Modena, il ministro del Lavoro Poletti ha parlato di Jobs Act e di lavoro: “Tenere insieme l’esigenza di rendere più flessibile l’uscita dal lavoro perché la legge attuale ha costruito uno scalino troppo alto e ha reso la vita difficile ai giovani. Se manca turn over ci sono meno opportunità per tutti. Abbiamo un debito pubblico grandissimo, figlio di scelte sbagliate fatte in precedenza anche sul piano previdenziale, ma oggi non si può scaricare sui giovani o sulle nuove generazioni il peso della previdenza. Non faremo altro debito per mandare prima in pensione chi oggi lavora. Dobbiamo dare una risposta equilibrata e rispondente alle urgenze. Se una persona perde il lavoro, è vicina alla pensione e non matura i requisiti per andarci, si tratta di un problema socialmente molto più rilevante di chi invece un lavoro ce l’ha e deve rimanerci un altro anno”.

Poletti, dopo aver sottolineato che è impossibile pensare un sistema dove non ci siano licenziamenti, ha dichiarato: “I mestieri cambiano, ci sono tecnologie nuove che arrivano e distruggono il lavoro. E poi bisogna costruire nuove tipologie di lavoro. La nostra scelta non è quella di dire ‘difendiamo il lavoro sul posto di lavoro’, perché non è materialmente possibile. Lo dimostra il fatto che abbiamo perso in questi sette anni un milione duecento mila posti. Il problema vero è fare in modo che una persona possa, se perde il posto di lavoro, ritrovarlo”.

Il ministro del Lavoro si è anche soffermato sugli ammortizzatori sociali: “In passato si sono usati – e a volte con abusi – gli ammortizzatori sociali secondo la logica che dice ‘intanto ti aiuto, poi speriamo che te la cavi, che il mercato riparta’. Noi non ragioniamo così, noi ti aiutiamo in una prima fase di sostegno al reddito, ma poi tu ti devi attivare e io con te perché tu trovi un nuovo posto di lavoro. E’ un impianto europeo, l’Italia doveva fare questa scelta vent’anni fa, non l’ha fatta e abbiamo tutto questo tempo”.

Di parole ne sono state dette tante. Attendiamo i fatti.

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