Il lander Philae si è rifatto vivo nelle ultime ore, inviando informazioni importanti alla sonda Rosetta che consentiranno di conoscere aspetti inediti delle comete e della loro vita, nonché di apprendere qualcosa in più sul Sistema Solare. Il lander Philae, inoltre, tenterà nuovamente di trivellare il suolo della cometa.
La sonda Rosetta aveva rilasciato Philae, lo scorso 12 novembre, sulla superficie della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko. L’approdò rappresentò un momento importante della missione dell’Esa, Agenzia spaziale europea, a cui partecipa anche l’Italia. Philae, però, dopo l’approdo sulla cometa, finì in un punto dove i raggi solari non raggiungevano tutti i suoi pannelli solari, quindi finì in una condizione di ibernazione.
Tra sabato e domenica, però, gli scienziati sono rimasti stupiti: Philae è ‘resuscitato’ poiché è aumentata sia la temperatura che il ‘quantum’ di raggi solari. Sembra che il lander abbia trasmesso alla sonda Rosetta oltre 300 pacchetti di informazioni, che ora verranno catalogati ed esaminati dal team internazionale che coordina l’importante missione.
Roberto Battiston, numero uno dell’Esa, ha dichiarato: “Possiamo confermare che l’avventura di Philae continua. Il risveglio del lander è una notizia straordinaria che, oltre a farci sognare, ci riempie d’orgoglio per l’affidabilità delle tecnologie usate, molte di marca italiana”. Adesso, dunque, inizia la seconda parte della missione che vede Philae come protagonista: tutti sperano nell’invio di molti dati che potranno fornire importanti delucidazioni su comete ed altri oggetti primitivi.
Stephan Ulamec, corrodinatore delle attività del lander Philae per l’agenzia spaziale tedesca Dlr, ha asserito: “Il lander adesso è pronto per le operazioni ha una temperatura di funzionamento di -35 gradi Celsius e ha a disposizione 24 Watt”.
Una bella soddisfazione anche per l’Italia, visto che alla missione Rosetta, partecipano l’Asim, le università Parthenope di Napoli e quella di Padova, il Cnr, il Politecnico di Milano e l’Istituto Nazioniale di Astrofisica (Inaf). Non bisogna dimenticare l’apporto delle aziende Thales Alenia Space, Telespazio e Selex ES.
