Un altro ‘pezzo forte’ del Pd va via. Stavolta a dire addio al partito è Corradino Mineo, da sempre riottoso alla politica renziana. Mineo passa al gruppo misto
La decisione di Mineo di lasciare il Pd era stata presa da tempo ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’accusa ricevuta dal senatore dem di non uniformarsi “alla linea ufficiale del partito”.
“Da oggi lascio il gruppo, auguro buon lavoro ai senatori Democratici e continuerò la mia battaglia in Senato, cominciando dalla legge di Stabilità che, come dice Bersani, sta isolando il Pd”, ha affermato Mineo, stizzito perché ieri Luigi Zanda, capogruppo dem al Senato, avrebbe parlato del suo caso “senza avvertire né me né altri di quale fosse l’ordine del giorno”. Mineo, soffermandosi su Zanda, ha detto che avrebbe tentato “di ridurre le mie posizioni politiche a una semplice questione disciplinare, stilando la lista dei dissidenti buoni, Amati, Casson e Tocci e del cattivo, Mineo”.
Secca e immediata la replica di Zanda: “Il Pd non espelle nessuno”. Mineo ha motivato la sua decisione anche su Facebook con un post-fiume, sottolineando che ha deciso di passare al gruppo misto per l’atteggiamento di Renzi, che “ha modificato geneticamente il partito, provocando una scissione silenziosa, aprendo a potentati locali e comitati d’affare, e usando la direzione come una sorta di ufficio stampa di Palazzo Chigi”.
La scelta di Mineo è stata salutata con favore da Stefano Fassina, ex deputato del Pd, che ha scritto su Twitter: “Un abbraccio a Corradino Mineo per la sua coerenza e sofferenza. Ripartiamo insieme per dare voce a lavoro, scuola e partecipazione democratica”. Fassina, riguardo alla nascita di nuovi gruppi parlamentari che raccolgono gli ex dem e Sel, ha detto che “c’è un processo in corso e in rapida evoluzione, alla Camera come al Senato. Un processo legato anche al passaggio della legge di Stabilità, in vista della quale stiamo lavorando a proposte emendative unitarie”.
