Taranto, vendevano cozze alla diossina rubate

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Taranto, vendevano cozze alla diossina rubate

Il danno alla salute è inestimabile secondo i Carabinieri. A Taranto hanno scoperto che le cozze alla diossina venivano rubate e messe in vendita senza essere sottoposte alla procedura di decontaminazione.

Cozze allevate a Taranto rubate e vendute

La presenza dell’ILVA rende la città di Taranto una delle più inquinate del nostro paese, non solo l’aria ma anche l’acqua contiene livelli elevati di sostanze pericolose per la salute. Le notizie di cronaca di oggi sono preoccupanti perché sulle nostre tavole potrebbero essere arrivate cozze alla diossina, le etichette erano state contraffatte. Nella notte sono state arrestate sette persone, due di queste sono state portate in carcere mentre per gli altri cinque sono stati disposti gli arresti domiciliari. L’operazione è stata condotta dalla Direzione marittima di Bari. Le accuse sono di furto, ricettazione e commercio di sostanze alimentari tossiche.

Denuncia dei mitilicoltori

I mitilicoltori hanno denunciato i furti di prodotti ittici che erano sempre più numerosi e dalle indagini è emersa l’esistenza di un mercato nero. I prodotti ittici contaminati, perché non sottoposti ai processi di purificazione, venivano immessi nella filiera con un sistema di etichettatura contraffatto e venduti come prodotti di alta qualità. Purtroppo questa merce è pericolosa per la salute. I criminali rubavano vongole e cozze dagli allevamenti e vendevano tutto ad acquirenti di fiducia che li facevano arrivare sui banchetti tarantini e ai centri di spedizione. Grazie a questo sistema era possibile aggirare le normative sanitarie che prevedono appunto cicli di depurazione per abbattere i livelli di diossine e PCB.

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