Bruno Vespa, noto giornalista italiano e storico conduttore di “Porta a Porta” ha intervistato, a Padova, il figlio del boss mafioso Totò Riina, Salvo Riina. Il Pd, però, non ci sta e chiede spiegazioni
L’intervista di Vespa al figlio dello spietato mafioso, da anni in carcere, ha generato stupore e insoddisfazione all’interno del Pd. Michele Anzaldi ha subito invitato Monica Maggioni e Antonio Campo Dall’Orto, rispettivamente presidente e direttore Rai di chiedere spiegazioni in Vigilanza Rai in quanto operazioni del genere sono inconcepibili. Sgomenta anche Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, informando che saranno presi provvedimenti qualora l’intervista venisse trasmessa:
“Mi auguro che in Rai ci sia un ripensamento. Porta a Porta è il salotto del negazionismo della mafia”.
Salvo Riina ha parlato dei 16 anni di latitanza del padre e di quello che quest’ultimo faceva durante quel periodo. Salvo non ha risposto alle domande di Vespa sulla strage di Capaci e sui decessi dei giudici Falcone e Borsellino. Nella puntata di Porta a Porta di stasera saranno in studio, per commentare l’intervista al figlio di Riina, anche Luigi Li Gotti, avvocato di Brusca e Buscetta, e Antonio Emanuele Schifani, figlio di un componente della scorta di Falcone. Indispettiti per l’intervista a Salvo Riina anche Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai, e Raffaele Lorusso, presidente della Fnsi, secondo cui Bruno Vespa ha trasformato Porta a Porta in un “salotto di famiglie criminali”. Il conduttore di Porta a Porta destò scalpore nei mesi scorsi quando invitò in studio Vera e Vittorino Casamonica, figlia e nipote di Vittorio Casamonica, malavitoso morto a Roma, i cui funerali ampollosi fecero indignare non poco. Chissà se, effettivamente, Vespa stasera manderà in onda l’intervista fatta al figlio di Totò Riina? Stavolta rischia grosso il popolare giornalista e conduttore italiano. Forse il buon Bruno non sa che Salvo Riina ha scritto un libro e la sua ospitata a Porta a Porta contribuirà indubbiamente a farne aumentare le vendite? Vespa aiuta indirettamente a guadagnare il figlio di un criminale. Michele Anzaldi è imbestialito e punta l’indice contro Vespa e la sua trasmissione, ormai diventata un covo di criminali:
“E’ la terza volta in pochi mesi. Ci dicono ‘non accadrà più’ e invece, dopo aver assistito basiti al funerale dei Casamonica e aver sentito parlare il padre di Manuel Foffo, nel giorno in cui il figlio era stato arrestato per il terribile delitto di Roma, il servizio pubblico ha pensato bene di dare una mano al rampollo di uno di più spietati criminali di tutti i tempi… Totò Riina è colui che ha fatto sciogliere nell’acido un bambino che amava i cavalli come Giuseppe Di Matteo. E’ l’uomo che a chi, tra i suoi, gli chiedeva d’esser cauto, perché le stragi potevano coinvolgere i bambini, rispondeva: ‘I bambini muoiono anche in Kosovo. La guerra è guerra’. L’uomo che a Sant’Erasmo si è inventato la camera della morte, dove le persone venivano portate e sciolte nell’acido. In studio qualcuno ricorderà tutto questo?”.
Siamo sicuri che questa Italia tuteli maggiormente le vittime della mafia rispetto a soggetti come Salvo Riina, figlio di Totò Riina, uno dei più grandi criminali italiani e del mondo? Salvo vive e lavora a Padova, in regime di libertà vigilata: non può uscire di casa dalle 22 alle 6. Il suo libro, intitolato “Riina: Family Life” parla del rapporto con suo padre, il boss di Corleone temuto e ricercato da tutti. Salvo non parla di mafia e non giudica il padre, che per lui è stato ed è un eroe:
“Io non sono il magistrato di mio padre, non è competenza mia dire se è stato il capo della mafia oppure no; lo stabiliscono le sentenze. Io ho voluto parlare d’altro: la vita di una famiglia che è stata felice fino al giorno del suo arresto, raccontata come nessuno l’ha mai vista e conosciuta”.
