63 parassiti distruggeranno piante, fiori e colture: colpa dei cambiamenti climatici
Da Redazione
Gennaio 26, 2016

I cambiamenti climatici creeranno gravi problemi all’ambiente e all’uomo. Secondo un recente studio, le mutazioni climatiche comportano un progressivo rafforzamento di parassiti che distruggeranno piante, fiori e colture
La vicenda della Xylella Fastidiosa in Puglia, che ha flagellato gli oliveti non potrebbe essere più un caso isolato, dunque, poiché molti parassiti e batteri si stanno rafforzando grazie ai cambiamenti climatici. Insomma, quello che è accaduto nel Sud Italia recentemente potrebbe accadere in tutto il mondo. Intere colture dilaniate da temibili parassiti.
L’allarme è stato lanciato da Agroinnova, ovvero il centro di competenza per l’innovazione nel campo agro-ambientale dell’Università di Torino, che ha stilato una sorta di black list di 63 batteri minacciosi per le piantagioni europee.
La direttrice di Agroinnova e docente di Patologia vegetale dell’università di Torino, Maria Ludovica Gullino, ha spiegato:
“I cambiamenti climatici per l’Italia avranno un impatto negativo: le minacce biologiche saranno più frequenti e più probabili. Gli attacchi di alcuni funghi, come la ‘Peronospora belbahri’, devastante per il basilico, o la ‘Peronospora della vite’, i funghi del terreno e le ruggini del grano aumenteranno di gravità e saranno più precoci”.
A Torino sono state effettuate molte sperimentazioni sugli effetti dei cambiamenti climatici su determinate piante ed alberi. Ebbene, rischiano grosso colture importanti come aranci, olivi e pomodori. Per evitare la fine di colture strategiche per l’Italia e l’Europa è necessario, secondo gli esperti, intervenire sui semi delle piante e, ovviamente, fare il possibile per contrastare il riscaldamento globale.
Bisogna, dunque, rispettare maggiormente l’ambiente, assumendo comportamenti responsabili se non vogliamo dire addio a pomodori, arance ed olive. Un giovane ricercatore colombiano, Andy Jarvis, ha sottolineato tempo fa che i cambiamenti climatici danneggiano, effettivamente, determinate colture come quelle di granturco, ma ne favoriscono altre, come quelle di cassava in Africa; quindi è probabile che, in futuro, l’uomo dovrà iniziare a coltivare nuove piante.
L’agricoltura è uno dei settori più esposti ai cambiamenti climatici e molti agricoltori si stanno già adeguando ai mutamenti.
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