Addio a Paolo Bianco, Fervente Oppositore Metodo Stamina

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Paolo Bianco E' Morto

Paolo Bianco E' MortoLutto nel mondo della medicina e della scienza. E’ venuto a mancare, nelle ultime ore, il professor Paolo Bianco, fervente oppositore del metodo Stamina. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha parlato di una “grande perdita per la medicina”

 

Bianco, 60 anni, era uno dei più grandi esperti, al mondo, di cellule staminali mesenchimali, nonché direttore del laboratorio cellule staminali alla Sapienza di Roma.

“La scomparsa del professore Paolo Bianco rappresenta una grande perdita per la medicina. Lascia un patrimonio di esperienza e conoscenza di cui gli saremo sempre grati. Oggi prevale il dolore per la perdita umana, e desidero esprimere il mio cordoglio e quello di tutta la sanità pubblica, alla sua famiglia. Ricorderemo la sua abnegazione nel ricondurre ogni dibattito all’interno della scienza, la sua disponibilità al confronto, la sua umanità verso i pazienti. Lo ricordo con una delle sue frasi, pronunciata qualche mese fa, in occasione della presentazione dell’ennesimo grande risultato ottenuto con la ricerca sulle staminali e la ricostruzione attraverso esse della retina umana. Disse che ‘la scienza procede lentamente ma con la sicurezza di risultati tangibili e a volte spettacolari’. L’Italia oggi piange la scomparsa di un uomo di grandissimo talento che mancherà molto alla scienza di tutto il mondo”, ha dichiarato la Lorenzin.

Piangono Paolo Bianco anche tre famosi colleghi, ovvero Gilberto Corbellini, Elena Cattaneo e Michele De Luca, anche loro convinti contestatori del metodo Stamina: “Oggi ci ha lasciato una delle migliori menti della scienza italiana in campo biomedico. Scienziato e medico integerrimo e rigoroso, straordinaria persona che conosciamo da anni, Lui rimarrà un esempio di personalità dalla grande cultura umanistica e affascinato cultore della scienza. Con la Sua scomparsa la comunità scientifica mondiale perde un importante riferimento nel campo delle staminali mesenchimali e scheletriche. Il nostro pensiero va e si stringe a fianco di coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato, in particolar modo alla sua famiglia, al suo gruppo di ricerca e alle generazioni di studenti da lui formate. Per noi oggi, soprattutto, viene a mancare un amico”.

“In Italia un adeguato sistema di finanziamenti alla ricerca non esiste. Perciò come scienziati abbiamo deciso di scrivere un appello al Presidente della Repubblica, come figura istituzionale super partes, perché prenda piena consapevolezza del problema”, disse, diversi anni fa, alla fine di un convegno dell’Accademia dei Lincei sullo studio per le cellule staminali, il professor Paolo Bianco che, insieme a 1.500 scienziati, stilò un documento in cui veniva evidenziato la pessima condizione in cui versa la ricerca italiana, sia sul versante dei fondi che su quello dell’esame dei progetti.

“Il problema è che nel mondo politico esiste assai poca sensibilità al problema e all’importanza del settore della ricerca. Troppo spesso viene ridotto a un problema dei ricercatori, se hanno più o meno soldi e se i fondi sono distribuiti adeguatamente o meno. Ma quello di cui non ci si vuole rendere conto è che questo non è un problema dei ricercatori. È un problema del Paese. E della politica”, spiegò Bianco.

Il professore si lamentò  più volte del fatto che la maggiore fonte di finanziamento della ricerca biomedica fosse rappresentata dal finanziamento ministeriale: “Già questa è una cosa assolutamente innaturale e sbagliata. Solo per dare un’idea: se un governo stabilisce che il tema delle staminali è di interesse strategico per il sistema sanitario nazionale, le pare ammissibile che poi identifichi un budget di 3 milioni di euro, stabilisca un periodo di intervento finanziario di 24 mesi, ma istituzionalmente escluda dall’accesso ai fondi pressoché tutti quelli che in Italia di fatto lavorano sulle staminali? Ovvero, il 100% dei ricercatori che lavorano sulle staminali embrionali lo fa in ambito universitario. Invece il ministero garantisce l’accesso ai fondi soltanto agli istituti zooprofilattici o all’Ispettorato sicurezza e prevenzione del lavoro… Tutti i destinatari istituzionali dei fondi afferiscono al Ministero della Salute, mentre le università ne sono tagliate fuori”, aggiunse Bianco, lodando invece la Gran Bretagna, dove “per poter lavorare sulle staminali umane c’è bisogno, oltre che dei progetti di ricerca e dei finanziamenti, di una valutazione del soggetto che chiede di lavorare con embrionali umane. Che è, a sua volta, regolamentata. Parliamo di credibilità, autorevolezza scientifica, perfino dell’adeguatezza etica. Lei se lo immagina in Italia uno scenario di questo tipo? Essendo l’Italia perfino incapace di concepire un sistema di procedure per dare i soldi alla ricerca?”.

Addio a un grande scienziato italiano.

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