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Campagne di prevenzione Aids calano ma Hiv uccide ancora

Da Redazione

Maggio 14, 2016

Campagne di prevenzione Aids calano ma Hiv uccide ancora

Non si parla più dell’Aids come una volta, non si promuovono altresì campagne di sensibilizzazione riguardo a un tremendo virus. Eppure l’Aids causa ancora tante vittime ogni giorno. Non è ancora tempo di abbassare la guardia. Ogni due ore, in Italia, una persona viene infettata dall’Hiv. Bisogna far capire alla gente, specialmente ai giovani, che l’Aids colpisce ancora, e anche molto. Il virus stronca troppe persone ogni anno. Sì perché molti scoprono di essere ammalati quando è troppo tardi. Nel Belpaese, secondo recenti stime, ci sono 120.000 sieropositivi, soprattutto soggetti tra i 25 e i 29 anni. Si viene contagiati principalmente in occasione di rapporti ‘intimi’ non protetti. Sono gli uomini i più colpiti, mentre è calato il numero di diagnosi nelle donne. Chi sa di avere l’Hiv lo deve dire al partner. Preoccupa infatti il seguente dato: il 5% dei sieropositivi non informa il proprio partner; il 40% non lo dice ai familiari e il 75% non lo comunica in ambito lavorativo. Insomma, molti sieropositivi si vergognano di informare amici, parenti e colleghi sul loro stato di salute.  Quali sono le regioni dove vive il maggior numero di sieropositivi e malati di Aids? Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Liguria. Specialisti e medici dichiarano che è calato il numero di morti per Aids negli ultimi anni, grazie soprattutto alle nuove terapie, ma è necessario avviare nuove campagne informative per ricordare alla popolazione che l’Aids è un temibile killer. Non bisogna quindi mai riposare sugli allori. Gli esperti sono preoccupati soprattutto per il fatto che è elevato il numero di soggetti che sono malati di Aids ma non lo sanno. Ciò è pericoloso perché si rischia di infettare inconsapevolmente moltissime persone.

La diagnosi precoce, secondo i ricercatori, è fondamentale per contrastare l’Aids. Se una persona scopre subito di essere malata di Aids, è possibile intervenire efficacemente con la terapia antiretrovirale. Antonio Chirianni, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, ha spiegato:

“Noi intendiamo coordinare le diverse realtà scientifiche impegnate nell’assistenza, ricerca e sperimentazione clinica in tema di infezioni virali. La conferenza di Icar è basata sui contributi originali della ricerca italiana nel campo della infezione da Hiv/Aids e delle altre malattie virali e aperta ai contributi internazionali nel settore”.

I malati di Aids vivono di più, dunque, grazie alla scienza e alla ricerca. In futuro, secondo gli esperti, il tremendo virus verrà debellato con formidabili terapie. Ne è certo anche Luca Pani, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco:

“Nuove super terapie simili a quelle per l’epatite C sono dietro l’angolo anche per l’Hiv. Nel giro di 3/5 anni arriveremo a negativizzare pazienti sieropositivi e il virus rimarrà nei ‘santuari’, cioè imprigionato in ‘riserve’ all’interno dell’organismo e queste persone non saranno più contagiose grazie a una terapia relativamente leggera… Grazie a questo nuovo trattamenti potremo vincere la ‘battaglia delle battaglie’, contro un’infezione che nel nostro Paese cresce al ritmo del +4% di nuove infezioni ogni anno, come la sindrome metabolica”.

Uno dei problemi più grandi, al momento, è il costo elevato dei farmaci per debellare l’Hiv. Pani ha spiegato che ora verranno trattati solo i pazienti più gravi ma in futuro, quando il prezzo calerà, verranno curati tutti. Intanto, l’imperativo è prevenzione e diagnosi precoce. Ricordate di evitare comportamenti a rischio e se avete il dubbio di essere stati contagiati, sottoponetevi al test dell’Hiv: fate bene a voi stessi e agli altri. Se ne parla meno di un tempo ma l’Aids, purtroppo, esiste ancora e fa male, molto male. Lo sa bene Marco, un ragazzo a cui è bastato avere rapporti non protetti un paio di volte per contrarre il virus. Marco, 21 anni, ha scoperto di avere l’Hiv un anno fa, per caso: si era sottoposto a un test per accertare la causa di un’irritazione cutanea che non andava via e, contestualmente, decise di effettuare anche quello dell’Hiv. Il giovane, che è omosessuale, ha spiegato:

“Nei rapporti mi sono quasi sempre protetto. Sarà capitato una volta o due che non lo facessi, ed è bastata quella disattenzione. E’ vero che prima di sapere del virus conoscevo solo le nozioni di base su Hiv e Aids. Ero piuttosto ignorante perché è un argomento su cui ci si sofferma poco”.

Marco, come tanti altri malati di Aids sogna che un giorno qualcuno gli telefoni per dirgli che è stata trovata una cura efficace contro l’Aids. Marco spera in un futuro migliore, libero dall’Aids.

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