Cannabis terapeutica finanziata dal SSN: la svolta

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Il Parlamento italiano non è stato in grado neanche nella legislatura che sta per scadere, ad approvare una legge sulle ‘droghe leggere’. L’unica nota positiva riguarda la cannabis terapeutica, che non solo è diventata legale ma anche a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Ebbene sì, in base alle nuove direttive, sarà il SSN a sobbarcarsi le spese e quindi contribuire al benessere di chi soffre. Non solo: i medici che operano in tale campo dovranno seguire ciclicamente corsi d’aggiornamento. Il motivo? Evitare che soggetti incapaci si trovino a gestire situazioni delicate. Il personale sanitario deve conoscere benissimo le caratteristiche della cannabis. Il Ministero della Salute ha già erogato più di 2 milioni di euro per l’acquisto di circa 350 kg di cannabis, sostanza che servirà a lenire i dolori di molti pazienti, specialmente quelli oncologici.

Novità contenuta nel decreto fiscale

Il Sistema Sanitario Nazionale si accolla la terapia del dolore nel caso in cui ci sia una prescrizione del medico di medicinali a base di cannabis in favore di malati che accusano molto dolore.

Rammentiamo che l’unico autorizzato a coltivare, preparare e distribuire la cannabis terapeutica è Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.

La cannabis per uso medico diventa quindi gratuita per i malati e a carico del Servizio sanitario nazionale. La novità è contenuta nel decreto fiscale, provvedimento che ieri è approdato in Senato. I pazienti esultano anche se il provvedimento non è ancora legge. Lo dovrebbe diventare presto, però.

Pochi si aspettavano l’introduzione del tema della cannabis nel decreto fiscale, che disciplina argomenti differenti, come l’uscita da scuola degli studenti delle scuole medie senza il bisogno di essere accompagnati dai genitori.

‘L’obiettivo è di garantire il soddisfacimento dell’intero fabbisogno nazionale di cannabis terapeutica, pari a circa 350 chilogrammi l’anno, senza dover più ricorrere all’importazione del prodotto da altri Paesi dell’Unione europea’, ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Non è escluso che, in futuro, il ministero della Salute possa autorizzare altre imprese ed enti a coltivare e trasformare altri quantitativi di cannabis terapeutica.

In Italia vivono circa 12 milioni di persone con dolore cronico, in gran parte over 65 e donne.

La cannabis migliora la vita dei pazienti?

E’ certo che la cannabis migliora la vita di certi malati e non riduce i dolori? Una revisione scientifica portata avanti recentemente dalle National Academies of Sciences ha dimostrato che non esistono abbastanza risultanze scientifiche sia sugli effetti terapeutici della marijuana che sui rischi correlati alla sua assunzione.

A condurre l’ampia revisione scientifica sono stati 16 autorevoli esperti in ambiti differenti, come oncologi e neurologi.

‘In realtà, la maggior parte degli usi terapeutici della marijuana non sono legati agli effetti benefici della pianta’, ha detto Sean Hennessy, docente di epidemiologia presso l’Università della Pennsylvania.

L’unica cosa certa, al momento, è che i cannabinoidi riducono vomito e nausea, tipici effetti della chemioterapia.

‘Si tratta di effetti che conosciamo ormai da anni. La cannabis è utile in tutte le patologie del sistema nervoso centrale come Sla, Parkinson e contro gli spasmi. Anche in casi di lesioni midollari e di crisi convulsive in bambini farmacoresistenti. Con la fibromialgia dà risultati eccezionali ed è in via di pubblicazione un mio studio sul tema’, ha spiegato Paolo Poli, presidente della Società scientifica di ricerca sulla cannabis e direttore della Terapia del dolore del Gruppo ospedaliero San Donato di Como e Monza.

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