Come avviare una coltivazione idroponica casalinga: gli step di base

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idroponica

Sono sempre di più le persone che vogliono creare, tra le mura della propria casa, un piccolo orto. Nel momento in cui si chiamano in causa le soluzioni per coltivarlo, un doveroso cenno va dedicato alla tecnica idroponica, molto popolare negli ultimi tempi per via dei vantaggi per l’ambiente derivanti dalla sua applicazione su larga scala. Come muoversi nei casi in cui, invece, si ha intenzione di farvi ricorso in contesto casalingo? Scopriamo assieme qualche dritta nelle prossime righe.

Procurarsi i substrati

La caratteristica principale della coltivazione idroponica è legata al fatto che le piante non crescono nella terra, ma in altri substrati. Tra i principali è possibile citare l’argilla espansa, la vermiculite, la lana di roccia. Fondamentale è ricordare che il substrato è alimentato da un mix a sua volta composto da acqua e nutrienti vari. Come scegliere il substrato giusto? Anche se la risposta a questa domanda chiama in causa aspetti molto tecnici, può essere utile dare spazio a qualche consiglio. Prendiamo il caso dell’argilla espansa. Quando la si chiama in causa, si inquadra un materiale che non trattiene molta acqua. Alla luce di ciò, si tende a utilizzarla in coltivazioni idroponiche con cicli di irrigazione particolarmente frequenti.

Rimanendo con il focus sull’argilla espansa, ricordiamo che, tra i suoi vantaggi, rientra la possibilità di riciclarla per diverse colture. Basta infatti ripulirla dai residui delle radici e, come si suol dire, il gioco è fatto!

Cosa dire, invece, della lana di roccia? Innanzitutto che si tratta del substrato per idroponica più diffuso e noto. Inerte, ha l’oggettivo pro della versatilità e dell’applicabilità a diversi sistemi di coltivazione.

Un contro non indifferente riguarda il fatto che, quando la si manipola, c’è il rischio di avere a che fare con irritazioni della pelle.

Tornando invece agli aspetti positivi, rammentiamo la sua importante capacità di assorbire bene sia liquidi, sia ossigeno. Inoltre, con la lana di roccia si può apprezzare un risultato fantastico dal punto di vista della stabilità delle piante. Si tratta, infatti, di un substrato con struttura fibrosa.

Attenzione all’acqua

Nel momento in cui si ha intenzione di iniziare una coltivazione idroponica, è bene essere consapevoli del fatto che, sul web, esistono dei kit completi con prezzi adatti anche a chi è alle prime armi e non vuole investire budget ingenti (il sito Idroponica.it è uno dei più celebri punti di riferimento online per chi vuole acquistarli).

Una volta comprato il kit, è importantissimo fare attenzione alla qualità dell’acqua che si inserisce nel serbatoio. Ricorrendo a un misuratore ad hoc, è bene accertarsi che il suo livello di durezza – parliamo ovviamente dell’acqua del rubinetto – non superi i 150 ppm. Qualora si dovesse andare oltre a questo valore, si renderebbe necessario l’acquisto di un filtro a osmosi inversa.

I nutrienti

La somministrazione dei nutrienti – esattamente come la luce – può fare la differenza quando si parla di buoni risultati in una coltivazione idroponica casalinga. Un consiglio che molti esperti danno è quello di non dimenticare, oltre al più che celebre mix fosforo – azoto – potassio, le vitamine e i pool di amminoacidi (qui una guida sull’argomento).

L’illuminazione

Passiamo ora all’illuminazione. Premettendo il fatto che, nel momento in cui si acquista un kit, è tutto già pronto, mettiamo in primo piano alcune dritte per capire se si ha a che fare con un buon livello di qualità. Se possibile, quando si coltiva con tecnica idroponica in casa è bene focalizzarsi verso i LED. Più sono le fonti di illuminazione, meglio è. Un suggerimento importante prevede il fatto di acquistare una serra di ultima generazione. Queste ultime sono quasi sempre contraddistinte dalla presenza di sistemi d’illuminazione variabili e in grado di simulare in maniera quasi perfetta la luce naturale del momento.

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