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Consiglio di Stato Gela Coppie Gay: Annullato Registro Comune di Roma

Da Redazione

Ottobre 27, 2015

Consiglio di Stato Gela Coppie Gay: Annullato Registro Comune di Roma

Coppie Gay Gelate dal Consiglio di StatoIl Consiglio di Stato ha gelato le coppie gay, poiché ha sottolineato che il matrimonio si può celebrare solo se i nubendi sono di sesso diverso. Chiusura, dunque, alle coppie gay

 

Le nozze sono valide solamente se celebrate tra soggetti di sesso diverso. In caso contrario c’è un atto “inesistente”. Questa è l’idea del Consiglio di Stato che, nelle ultime ore, ha annullato il registro del Comune di Roma per la trascrizione delle nozze tra omosessuali celebrate all’estero. La sentenza di primo grado del Tar, dunque, è stata ‘sovvertita’.

Secondo i magistrati del Consiglio di Stato, è inammissibile la trascrizione delle nozze tra persone gay perché “la diversità di sesso dei nubendi è la prima condizione di validità e di efficacia del matrimonio, in coerenza con la concezione del matrimonio afferente alla millenaria tradizione giuridica e culturale dell’istituto, oltre che all’ordine naturale costantemente inteso e tradotto nel diritto positivo come legittimante la sola unione coniugale tra un uomo e una donna”.

“Il matrimonio omosessuale deve intendersi incapace, nel vigente sistema di regole, di costituire tra le parti lo status giuridico proprio delle persone coniugate proprio in quanto privo dell’indefettibile condizione della diversità di sesso dei nubendi, che il nostro ordinamento configura quale connotazione ontologica essenziale dell’atto di matrimonio”, ha aggiunto il Consiglio di Stato.

L’estensore della sentenza del Consiglio di Stato, Carlo Deodato, raccomanda di “leggere la sentenza” e sottolinea di aver “soltanto applicato la legge”. Intanto la comunità gay insorge contro Deodato, uomo che su Twitter si definisce sposato, cattolico e padre di 2 figli.

Il presidente dell’Arcigay, Flavio Romani, è sul piede di guerra e non accetta una sentenza del genere: “Una sentenza che congela il diritto e tenta di renderlo impermeabile alla storia e ai suoi cambiamenti… Nelle motivazioni si percepisce una resistenza culturale, e poi giuridica, a considerare le coppie di gay e di lesbiche al pari di tutte le altre. La sentenza, insomma, ha un retrogusto pilatesco, perché tenta di deresponsabilizzarsi rispetto a un tema cruciale; nel contempo però i giudici non dimenticano di sottolineare che è la politica a essere la grande latitante e a non permettere al nostro Paese il passo avanti che renderebbe insindacabile il riconoscimento delle coppie formate da persone dello stesso sesso”.

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