Giornata importante per l’Italia e per la Ferrari, visto che la gloriosa casa automobilistica italiana ha debuttato a Wall Street. Il titolo, all’apertura, si è attestato sui 57 dollari
Ferrari approda in Borsa e le azioni, dunque, volano. Per ogni azione occorrono 60 dollari per azione. La straordinaria apertura a Wall Street ha fatto anche incrementare il valore dell’azienda, che adesso è di circa 11,3 miliardi di dollari. Oggi, alla Borsa di New York, c’erano tutti i big del gruppo Fiat Chrysler, tra cui il CEO Sergio Marchionne e il presidente John Elkann. Il primo ha affermato: “Ferrari ha un grande potenziale non ancora esplorato, motivo per cui è possibile guardare al futuro con ottimismo. Il mondo è un posto grande. Con l’Ipo di Ferrari è stato venduto il 10% delle azioni e il ricavato sarà usato per ridurre il debito”.
Marchionne ha anche parlato dei concorrenti: “Non produciamo una sola macchina in più rispetto alla domanda, siamo molto oculati. Dobbiamo fare crescere la domanda… le rivali non sono alla pari di Ferrari. Al cuore del brand Ferrari c’è lo stretto rapporto tra la società e la sua clientela. Perciò sarebbe quasi un suicidio cercare di espandere i nostri volumi fino a danneggiare questi rapporti”.
Uno splendido esordio in Borsa, dunque, per la casa del Cavallino Rampante. Il Gruppo Fiat Chrysler Automobiles, prima dell’inizio delle negoziazioni, aveva dichiarato: “Oggi sarà il primo giorno di negoziazione delle azioni a Wall Street sotto il simbolo ‘RACE’ mentre il closing dell’offerta è fissato per il 26 ottobre 2015. L’offerta fa parte di una serie di operazioni volte a separare Ferrari da FCA. A seguito del completamento dell’offerta, FCA prevede di distribuire la sua restante partecipazione dell’80% in Ferrari ai propri azionisti all’inizio del 2016”.
Sebbene Ferrari sia arrivata alle stelle a Wall Street, Fiat Chrysler Automobiles ha ottenuto un pessimo risultato a Piazza Affari. Il Financial Times ha rivelato che il colosso della famiglia Agnelli rischia una pesante multa da Bruxelles, pari a circa 200 milioni di euro, in quanto il gruppo avrebbe beneficiato di molti aiuti di Stato.
