Il Professor Cenerentolo Recensione: la favola di Pieraccioni conquista il Natale!
Da Redazione
Dicembre 26, 2015
Leonardo Pieraccioni e’ l’erede legittimo di una comicità pulita, per tutti, esente dalle volgarità dei Cinepanettoni amorali di cui il periodo natalizio e’ farcito. Cede piacevolmente alla battuta fisica e becera, ma non disdegna una lacrima e non relega la donna all’inutile oggetto da vetrina o da camera da letto. Laura Chiatti e’ bella, si’, ma non solo. Ha un deficit intellettivo, nel film, che la rende piacevolmente sciocca, ingenuamente simpatica, emblema della non perfezione. Non ostenta la sua bellezza, ma la nasconde dolcemente tra un goffo passo di danza ed il suo modo infantile di parlare.
Pieraccioni e’ Pieraccioni e, lui, e’ nato per raccontarci favole dal gusto un po’ amaro ma che, alla fine, rivelano un lieto fine. Gli piace mostrarci il gusto dell’assurdo, che sempre fa ridere, con personaggi improbabili quali il simpatico nano, suo assistente in biblioteca. Ama incarnarsi nel protagonista “sfigatello” che riesce a conquistare l’amore strappando risate e mostrandosi semplicemente per ciò che e’. E’ lui il Cenerentolo di Natale, intrappolato tra i cavilli di una giustizia ingiusta che l’ha punito senza colpa e tra i vizi del cuore di una figlia che forse non lo ama abbastanza, ma sempre romanticamente innamorato della vita e dell’amore, consapevole che un film, per colpire davvero il cuore dello spettatore, deve far almeno sorridere tre volte ed, altrettante, commuovere. Con l’arrivo di Ceccherini e la sua travolgente spontaneità, la risata e’ assicurata e con la colonna sonora penetrante e gli sguardi dolci di Laura Chiatti, accompagnati dalle riflessioni sulla vita che non mancano mai nella filmografia del comico toscano, c’e’ il tempo giusto per far scorrere una lacrima sul viso.
Pieraccioni ci ha insegnato che l’amore e’ come un ciclone. Arriva e spazza via ogni certezza. Ce l’ha detto ieri. Oggi e’ tornato per dirci che ognuno di noi può aspettare una Cenerentola o un Cenerentolo che non necessariamente rispecchino la perfezione che la società vorrebbe farci amare. Sarà il sentimento imperfetto, incostante, ma vero, che perdurerà oltre la mezzanotte, a fare da collante a tutti i momenti belli e quelli brutti della nostra vita! Pieraccioni docet, rigorosamente in toscano. E, noi, seduti in poltrona, impariamo ad amare, genuinamente, le nostre imperfezioni.
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