L’Italia resta la patria dei fiori

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Un patrimonio inestimabile, non sempre sfruttato a dovere, a parte casi di eccezione come i parchi, sia pubblici che privati: parliamo dei fiori in Italia, uno dei capitali del nostro Paese, che di recente è stato giudicato come uno dei territori più ricchi di biodiversità terrestre e marina a livello europeo.

La fotografia sulla natura in Italia. Partiamo proprio dall’analisi contenuta nel primo rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia, documento già previsto dalla legge chiamata “Collegato Ambientale (L.221/2005)”, che rappresenta una vera e propria fotografia sullo stato di salute del nostro Paese, con un focus particolare sul legame tra le condizioni dell’ecosistema, il benessere sociale e le prospettive economiche. 

Patrimonio di flora e fauna. Ebbene, la flora in Italia è costituita da oltre 6.700 specie, un quinto delle quali (il 20,4 per cento, per la precisione) è ritenuto endemico, ovvero presenti allo stato spontaneo solo nel territorio italiano; molto alto anche il numero della fauna, che comprende 58 mila specie, con un tasso di endemiche che raggiunge il 30 per cento. Inoltre, l’altro grande patrimonio italiano è la configurazione speciale del territorio, che ha consentito la creazione di varie “microzone“.

Le ecoregioni d’Italia. Nel dossier, che ha messo sotto osservazione lo stato di conservazione di elementi come acqua, suolo, aria, biodiversità ed ecosistemi, sono state individuate infatti cinque Ecoregioni terrestri (da Nord a Sud sono Alpina, Padana, Appenninica, Mediterranea Tirrenica e Mediterranea Adriatica), alle quali sono state aggiunte le cosiddette Ecoregioni marine del Mediterraneo che interessano l’Italia (ovvero, Mare Adriatico, Mare Ionio e Mediterraneo Occidentale).

I parchi più belli d’Italia. Un altro importante segno di questo capitale è il numero di parchi pubblici e privati che abbelliscono il nostro Paese: proprio di recente, infatti, si è conclusa l’assegnazione dell’annuale premio a “Il Parco più Bello d’Italia“, manifestazione arrivata alla quindicesima edizione, che ha visto quest’anno la partecipazione di oltre mille luoghi iscritti.

I migliori a Pegli e Chianciano. A portare a casa l’ambito riconoscimento, che intende promuovere un turismo verde alla scoperta del patrimonio paesaggistico e botanico italiano, sono stati i parchi di Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli e quello di Villa La Foce in Val d’Orcia (Chianciano Terme, Siena), rispettivamente premiati nella categoria riservata ai Parchi Pubblici e in quella destinata ai Parchi Privati. Ancora una volta, a fare la differenza sono stati i dettagli e il patrimonio della flora che in questi luoghi raggiunge la massima espressione.

I glicini di Villa La Foce. Se, infatti, le camelie sono il tratto distintivo del parco genovese, a far la differenza a Villa La Foce è un fiore davvero particolare e molto apprezzato, che deve il nome allo studioso Gaspare Wistar: parliamo della Wisteria, appunto, o come ci svela il sito di Codiferro, di quel fiore più comunemente noto come glicine, che nel parco senese è coltivato in uno splendido pergolato delimitato da siepi di lavanda, che crea una delle aree più amate e fotografate dai visitatori.

Un giardino d’autore. Oltre a questo angolo, il parco di Villa La Foce ha conquistato gli esperti della giuria in quanto ritenuto “bellissimo esempio di giardino d’autore del Novecento”: la sua realizzazione risale infatti agli anni Venti-Trenta, quando l’architetto inglese Cecil Pinsent realizzò questa struttura all’aria aperta ispirandosi all’ideale umanistico dei giardini rinascimentali, seguendo le indicazioni della marchesa Iris Cutting, proprietaria dell’area. Un secolo dopo, il giardino e tutto il parco continuano a conquistare l’apprezzamento sia degli esperti di botanica che dei visitatori magari meno professionali, ma pronti a vivere una giornata immersi nel verde.

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