M5S sferza Rai su caso Quarto: “Campagna filogovernativa”

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Rai bersagliata da M5S per lesione principio pluralismo informazione

Rai bersagliata da M5S per lesione principio pluralismo informazioneIl M5S vuole chiarezza sull’atteggiamento della Rai e sulla presunta collusione col Pd per far fuori il MoVimento. Dalila Nesci pretende delucidazioni dalla Vigilanza

 

C’è bisogno di chiarimenti sulla programmazione della tv pubblica per il M5S, e per questo verranno proposte 2 interrogazioni in Commissione vigilanza Rai.

“La Rai non si occupi solo di Quarto, ma anche degli indagati o arrestati nelle file del Pd. Ben venga l’attenzione sui temi della legalità nei comuni, però ci aspettiamo la stessa dovizia di particolari riservata al caso Quarto per tutte le vicende di indagati o anche arrestati nelle file del Pd. La Rai è ancora in tempo a non violare i principi del pluralismo se accende i riflettori sui casi che abbiamo segnalato”, ha dichiarato Dalila Nesci.

La presunta programmazione discriminatoria della Rai è stata bersagliata anche oggi dalla Nesci, che ha scritto su Facebook:

“Il Tg1 continua a costruire casi su fatti inesistenti, mentre ignora argomenti seri come i consiglieri indagati a Catania… Quella portata avanti dal Tg1 di Mario Orfeo è una campagna filogovernativa che umilia in modo imbarazzante il pluralismo televisivo. Il primo telegiornale italiano continua a costruire casi su notizie inesistenti come quella di Pomezia, mentre ignora argomenti seri come quello dei tre consiglieri del Comune di Catania che hanno legami con persone legate alla mafia”.

La Nesci si è riferita alla notizia del sindaco grillino di Pomezia, Fabio Fucci, che, secondo molti, avrebbe affidato un appalto a una coop commissariata e connessa all’attività di Salvatore Buzzi, uno dei protagonisti della torbida vicenda ‘Mafia Capitale’.

Secondo la Nesci, la Rai non ha fatto altro che seguire l’indirizzo del direttore editoriale Carlo Verdelli:

“Non si parla del caso Catania dopo che lo stesso è approdato in commissione Antimafia, perché le vicende che riguardano esponenti del Partito democratico non possono venire raccontate da chi vuole restare attaccato alla propria poltrona, sopravvivendo ai possibili valzer di nomine, aggrappandosi alla sottana del renzismo”.

Non è tardata ad arrivare la replica del capogruppo dem in Vigilanza Rai, Vinicio Peluffo:

“Gli attacchi al servizio pubblico dimostrano l’allergia dei M5S alle regole democratiche. Vorrebbero che la Rai si riducesse a passare le loro veline. Guai invece se si occupa delle sempre più evidenti contraddizioni del loro direttorio e delle pesanti difficoltà che arrecano ai cittadini dove amministrano. Il servizio pubblico è e deve restare indipendente dalle pressioni. Bisogna che i 5 stelle se ne facciano una ragione e lascino lavorare liberamente gli operatori dell’informazione…”.

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