Nessuno si sarebbe aspettato che all’evento avrebbe partecipato anche il Presidente della Repubblica; invece mai dire mai. Sergio Mattarella, nelle ultime ore, è arrivato a Forno di Coazze per prendere parte alla commemorazione del 70esimo anniversario dall’inaugurazione dell’Ossario dei caduti
“Sono qui per un sentito e doveroso omaggio all’Ossario dei caduti delle Guerre di Liberazione. In questo luogo, così suggestivo e carico di memoria e di dolore, riposano i corpi di 98 caduti, morti nei boschi e nelle campagne circostanti e trasportati pietosamente e meritoriamente fin qui dalla gente del luogo. Ne abbiamo poc’anzi ascoltato, con riconoscenza, i nomi che ogni anno vengono opportunamente e doverosamente ricordati”, ha affermato il Capo dello Stato davanti a molte autorità e cittadini.
“Bisogna sempre mantenere viva la memoria dei morti e vigile l’attenzione a nuove insidiose forme di sopraffazione e di morte”, ha aggiunto Mattarella, il cui discorso ha colpito positivamente anche Piero Fassino, sindaco di Torino, che ha dichiarato: “Dobbiamo batterci affinché l’affermazione di libertà, democrazia e giustizia ispiri ogni giorno i nostri comportamenti individuali e collettivi. Sono parole che ci sollecitano alla responsabilità di essere a fianco di quanti nel mondo si battono perché in ogni terra e sotto ogni cielo i diritti inalienabili della persona vengano riconosciuti e rispettati”.
Il presidente della Repubblica Mattarella si è recato all’Ossario dei caduti e poi ha presenziato al rito durante il quale è stata intitolata la scuola media di Coazze a Giulio Nicoletta, straordinario e valoroso Comandante partigiano.
“Ricordare non è soltanto dare onore, esprimere riconoscenza a chi si è impegnato per conquistare la democrazia e la libertà, ma è anche un richiamo a non addormentarsi, come qualche volta vi è il pericolo che avvenga quando si sta da molto tempo in tranquillità, in pace”, ha sottolineato Mattarella, esortando nuovamente tutti a non dimenticare le nostre radici e gli antichi valori per evitare l’egemonia della tirannia e delle angherie.
