Omicidio Marta Russo, Scattone rifiuta cattedra: “Non sono sereno”

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Giovanni Scattone

Giovanni ScattoneGiovanni Scattone, condannato per l’omicidio di Marta Russo, ha rinunciato ad insegnare psicologia presso l’istituto professionale Luigi Einaudi di Roma perché non si sente sereno

 

L’ex ricercatore universitario condannato in via definitiva per omicidio colposo è stato al centro di numerosi dibattiti, negli ultimi giorni, perché è stato stabilizzato dopo anni di precariato. Molti insegnanti precari si sono infuriati, sentendosi lesi da uno Stato che favorisce i condannati. Scattone ha voluto così chiudere ogni polemica con la rinuncia alla cattedra.

“La situazione è molto dolorosa e molto triste. Scattone, dopo anni di precariato, ha deciso di finire in mezzo a una strada per le polemiche che lo hanno travolto. Spero che vivamente ci ripensi. Mi auguro che alle parole positive espresse dal ministro dell’Istruzione seguano quelle di altri e che a questa vicenda si possa trovare una soluzione. In dieci anni di insegnamento come supplente, nessuno si è mai lamentato dei metodi di Scattone. Evidentemente non è bastato”, ha affermato Giancarlo Viglione, legale di Scattone, sperando in un passo indietro del suo assistito.

“Se la coscienza mi dice di poter insegnare, la mancanza di serenità mi induce a rinunciare all’incarico”, ha detto nelle ultime ore Giovanni Scattone. La madre di Marta Russo, dopo aver appreso la notizia della rinuncia all’incarico da parte di Scattone, ha detto di essere contenta per gli studenti: “Ha fatto l’unica cosa giusta da farsi, non perché non debba lavorare ma non può educare.

Il ministro dell’Istruzione Giannini ha cercato di gettare acqua sul fuoco, sottolineando che la rinuncia di Scattone all’incarico è solo una questione di coscienza. La Giannini ha asserito che lei sarebbe tranquilla se sua figlia frequentasse la scuola dove lavora Giovanni Scattone.

 

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