Papa Francesco è tornato a parlare – in occasione dell’udienza generale – dell’aborto, non cambiando i toni della sua condanna. Non accenna a cambiare, quindi, la posizione della Chiesa in merito alla decisione di abortire. Per rendere al meglio la sua similitudine, il pontefice ha paragonato l’atto di abortire con l’affitto di un sicario per risolvere i propri problemi. Al centro del discorso l’importanza della vita.
La condanna all’aborto da parte di Papa Francesco
E’ il tema della vita quello che è emerso dall’udienza generale in cui Papa Francesco è tornato a parlare di aborto. La posizione della Chiesa non è cambiata: le dure parole del pontefice sono chiare, tanto che Bergoglio si è servito di immagini anche molto forti come quella del sicario.
“Tutto il male operato nel mondo si riassume in questo: il disprezzo per la vita. La vita è aggredita dalle guerre, dalle organizzazioni che sfruttano l’uomo, leggiamo sui giornali o vediamo sui telegiornali tante cose, dalle speculazioni sul creato e dalla cultura dello scarto, e da tutti i sistemi che sottomettono l’esistenza umana a calcoli di opportunità, mentre un numero scandaloso di persone vive in uno stato indegno dell’uomo. Questo è disprezzare la vita, è uccidere”, ha dichiarato il pontefice, definendo ingiusto uccidere una vita umana per risolvere un problema.
Il riferimento al quinto comandamento
Papa Francesco si è poi riferito al quinto comandamento: non uccidere. In particolar modo il suo riferimento è stato all’aborto come soluzione terapeutica: “Ogni bambino malato è un dono – ha detto – La violenza e il rifiuto della vita nascono in fondo dalla paura. L’accoglienza dell’altro, infatti, è una sfida all’individualismo. Pensiamo a quando si scopre che una vita nascente è portatrice di disabilità, anche grave. I genitori, in questi casi drammatici, hanno bisogno di vera vicinanza, di vera solidarietà, per affrontare la realtà superando le comprensibili paure. Invece spesso ricevono frettolosi consigli di interrompere la gravidanza”.
E ancora: “Un bimbo malato è come ogni bisognoso della terra, come un anziano che necessita di assistenza, come tanti poveri che stentano a tirare avanti: colui, colei che si presenta come un problema, in realtà è un dono di Dio che può tirarmi fuori dall’egocentrismo e farmi crescere nell’amore”.
