Speranze nella cura dei tumori al fegato e ai reni arrivano dalla Scuola Sant’Anna di Pisa, dove è stata ideata “Futura”, una tecnica ad ultrasuoni che permette di bersagliare le cellule cancerose senza intaccare minimamente quelle sane
Il sistema innovativo messo a punto da un team di ricerca pisano si avvale di due braccia meccaniche. Grazie all’ecografia in 3D viene subito individuato il tessuto colpito dalla malattia, che viene immediatamente bersagliato con gli ultrasuoni. I tessuti sani, invece, non subiscono alcun danno. E’ proprio incredibile “Futura”, tecnica che potrà migliorare la vita di tanti pazienti.
“Futura” è sia il frutto dello studio del team pisano che di numerosi centri di ricerca dislocati in diverse città europee, come l’Università di Dundee, dove opera il rinomato gruppo di ricercatori coordinato dal luminare Andreas Melzer.
Arianna Menciassi, responsabile del progetto “Futura” e docente alla Scuola Sant’Anna di Pisa, ha spiegato: “I test su pazienti umani inizieranno nei prossimi mesi, presso il centro di chirurgia sperimentale di Dundee, con l’obiettivo di ottenere tutte le informazioni necessarie per garantire l’utilizzo della piattaforma in una reale sala operatoria nel più breve tempo possibile. La valutazione della piattaforma robotica sarà condotta anche da un panel di esperti internazionali, clinici e tecnici, che vedono nel progetto un trampolino di lancio per l’utilizzo a largo spettro di questa tecnica terapeutica ancora poco diffusa”.
Bisogna sottolineare che il sistema “Futura” potrà essere sfruttato non solo per la cura di tumori ai reni o al fegato, ma anche delle neoplasie relative ai cosiddetti organi ‘mobili’.
Speriamo che il progetto “Futura”, finanziato dall’Ue con 3 milioni di euro, riscuota un grande successo ed approdi presto in moltissime sale operatorie europee e del mondo. La Menciassi ha anche detto al riguardo di “Futura”: “Le competenze di primissimo livello nei campi della robotica, della bioingegneria, degli ultrasuoni a elevata intensità, dell’imaging ecografico, e del machine learning dei ricercatori coinvolti hanno costituito il punto di partenza di questo lavoro”.
