Roberto Saviano boccia Bruno Vespa dopo intervista a Riina Jr
Da Redazione
Aprile 11, 2016
Bruno Vespa è stato criticato aspramente, negli ultimi giorni, per l’intervista a Salvo Riina, figlio del boss mafioso Totò Riina. Pochi hanno difeso il giornalista, presentatore e scrittore italiano, che ha certamente dato molta visibilità a Riina jr
Tra i detrattori di Bruno Vespa c’è lo scrittore Roberto Saviano che, ieri, nel corso dell’ospitata a “Che tempo che fa”, trasmissione condotta da Fabio Fazio, ha spiegato la ragione per cui è stato un errore mandare in onda l’intervista a Salvo Riina:
“Se non conosci la grammatica mafiosa quella ti sembrerà una banale intervista, invece è la comunicazione più forte che Cosa Nostra ha dato negli ultimi 20 anni. Quando un mafioso va in tv, ci va perché vuole lanciare un messaggio. L’esposizione mediatica è sempre un pericolo perché attiri l’attenzione. Il primo messaggio che Salvo Riina ha mandato è che non sta parlando da capofamiglia, non si sta sostituendo al padre… Non bastano arresti o proclami per combattere le mafie: la lotta alla mafia è fatta di conoscenza e sapienza e il rischio di uno Stato debole è non comprendere”.
L’intervista a Riina Jr ha fatto irritare molti personaggi. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando ha addirittura denunciato la Rai, sottolineando che la tv pubblica è colpevole di “spettacolarizzazione e normalizzazione del fenomeno mafioso”.
Roberto Saviano ha sempre combattuto la mafia con le sue parole e con i suoi libri. Da anni lo scrittore vive sotto scorta ed ha più volte sottolineato che dopo la pubblicazione del libro “Gomorra” la sua vita è cambiata. Nel corso di un’intervista rilasciata al New York Times due anni fa, Saviano disse che la mafia è addirittura peggiore del terrorismo, e che terrorismo e mafia collaborano per perseguire i loro loschi scopi. Sui presunti rapporti economici tra mafia e organizzazioni jihadiste, Saviano ha parlato qualche mese fa anche ai microfoni di Sky Tg24 HD:
“Le mediazioni su armi e droga non avvengono direttamente con l’islamista o il militante ma con quei segmenti subsahariani, magrebini o mediorientali, che si occupano solamente del narcotraffico. Nessuna organizzazione è stata complice: hanno fatto affari, non sapendo gli obiettivi di quegli affari”.
Tutti contro Vespa, dunque? Beh, stavolta il giornalista poteva anche evitare di mandare in onda un’intervista del genere. Ne è convinto anche Roberto Saviano. Eppure Bruno Vespa è certo che il suo gesto ha inferto un colpo alla mafia perché della criminalità organizzata bisogna parlarne. Il giornalista ha inviato una lettera al Corriere della Sera in cui spiega la sua scelta:
“Se Adolf Hitler risalisse per un giorno dall’inferno e mi offrisse di intervistarlo, temo che dovrei rifiutare. Vedo, infatti, che dopo il ‘caso Riina’ vengono messi in discussione i parametri di base del giornalismo. La storia è stata in larga parte scritta dai Cattivi. Compito dei cronisti è intervistarli per mostrare e approfondire l’immagine della Cattiveria”.
Sarà, ma la recente e discussa intervista ha fatto bene alle tasche di Riina Jr: le vendite del suo libro “Riina Family Life” sono aumentate enormemente dopo la puntata di “Porta a Porta” (oltre 5.000 copie nel giro di poche ore).
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