Scompenso cardiaco: sintomi non vanno trascurati

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Scompenso cardiaco: sintomi trascurati

Scompenso cardiaco: sintomi trascuratiViene sottovalutato spesso anche dai medici e confuso con sintomi tipici dell’invecchiamento. In realtà non bisogna sottovalutare lo scompenso cardiaco che, solamente in Italia, affligge più di un milione di persone

 

 

Sembrerà strano ma, dopo il parto, lo scompenso cardiaco è la maggiore causa di ricovero. Per sensibilizzare la popolazione su una patologia spesso trascurata, dal 1 all’8 maggio si svolgerà una campagna in 41 centri cardiologici italiani. L’obiettivo è far riconoscere alle persone i tipici sintomi dello scompenso cardiaco e consentirgli di intervenire subito. Inoltre verrà ricordata la grande importanza delle prevenzione e della diagnosi precoce. Quando c’è uno scompenso cardiaco il cuore non cessa di battere ma pompa meno sangue in tutto il corpo: ecco perché, solitamente, i pazienti si sentono stanchi, affannati e incapaci di salire anche le scale. Il corpo non ha, in sostanza, quello che gli serve per il suo corretto funzionamento. Oggi giorno, in Italia, vengono ricoverate 500 persone per scompenso cardiaco. Tali soggetti si recano generalmente al Pronto soccorso per eccessiva stanchezza e difficoltà a respirare. Massimo Piepoli, grande esperto dell’ospedale di Piacenza, ha affermato:

“E’ una patologia progressiva che spesso è misconosciuta dai pazienti perché i sintomi sono spesso subdoli, ma anche dalla classe medica, che la considera una normale conseguenza dei fenomeni dell’invecchiamento. Invece se diagnosticata e curata correttamente permetterebbe di vivere ancora bene e a lungo”.

Gli esperti raccomandando, per evitare lo scompenso cardiaco, di svolgere esercizio fisico con regolarità, non fumare, non bere alcolici e consumare cibi sani. La patologia è spesso diagnosticata tardi perché i suoi sintomi sono difficilmente riconoscibili. Pare che per un over 50 italiano su due lo scompenso cardiaco sia un alieno. Nel Belpaese c’è bisogno, insomma, di una maggiore consapevolezza dello scompenso cardiaco: un italiano su 4 rimanda gli accertamenti che potrebbero seriamente salvare la vita. Daniela Pini, cardiologo di Humanitas, ha spiegato:

“A differenza dell’infarto non c’è un dolore acuto. Molte persone, quasi sempre anziani, non si accorgono della gravità dei sintomi che spesso, quando la malattia compare, sono piuttosto aspecifici. Ci si sente fiacchi e si ha l’affanno e le persone colpite imputano questi disturbi ad altre cause. Inoltre i sintomi hanno spesso un andamento oscillante con il passare dei giorni; a volte sono più intensi, altri meno. Ben vengano dunque queste Giornate europee che fanno informazione, cosa che è stata fatta in passato con l’infarto con buon esito”.

Cos’è, in soldoni, lo scompenso cardiaco? L’incapacità del cuore di fornire un buon apporto di sangue agli organi. Solitamente le persone colpite da tale disturbo decidono di recarsi al Pronto soccorso quando c’è un surplus di liquidi nei polmoni e nei tessuti. Rammentiamo che lo scompenso cardiaco è la prima causa di ricovero tra gli over 65. Dopo 5 anni dalla diagnosi non sopravvive il 50% dei pazienti. Come prevenire la patologia? Illuminanti le parole della dottoressa Pini:

“Le regole generali della prevenzione sono quelle delle malattie cardiovascolari. Pertanto, è bene tenere sotto controllo la pressione arteriosa, il livello dei grassi con un’alimentazione adeguata, fare attività fisica, avere un peso corporeo adeguato e smettere di fumare”.

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