Trapianto di fegato da donatore in arresto cardiaco, miracolo al Niguarda

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Trapianto di fegato

Trapianto di fegatoEccezionale intervento chirurgico in Italia. Per la prima volta è stato eseguito un trapianto di fegato da donatore in stato di arresto cardiaco. L’operazione è avvenuta all’ospedale Niguarda di Milano lo scorso 3 settembre

 

I medici del Niguarda hanno effettuato il trapianto di fegato su un paziente 40enne. “Una possibilità sempre più concreta su cui puntare per aumentare il numero delle donazioni e abbattere i tempi d’attesa”, recita una nota del Niguarda, i cui chirurghi hanno collaborato coi colleghi del Centro Nazionale Trapianti e del Policlinico San Matteo di Pavia.

“L’intervento ha permesso per la prima volta l’utilizzo dell’organo anche dopo il prolungato periodo di assenza di attività cardiaca, un intervallo che avrebbe potuto esporre gli organi a danni irreversibili e compromettere il buon esito del trapianto, continua il comunicato del Niguarda. Per la rete trapiantologica italiana sono fondamentali la donazione, il prelievo e il trapianto di organi dopo la constatazione della morte mediante criteri cardiaci.

E’ quindi fattibile il trapianto di organi presi da donatore a cuore fermo. In Italia, il primo trapianto di organo da donatore in arresto cardiaco è avvenuto nel 2008 a Pavia. In quel caso fu il cuore ad essere trapiantato.

L’intervento avvenuto al Niguarda, giorni fa, testimonia che anche il fegato può essere trapiantato da donatore a cuore fermo. I chirurghi del nosocomio milanese, comunque, sono stati bravissimi nello svolgimento di attività come ossigenazione e riperfusione successivamente all’accertamento del decesso. L’Italia, dunque, tiene il passo delle altre nazioni europee in tale ambito. Ricordiamo che nel Belapaese per l’accertamento di morte è necessario un periodo alquanto lungo (20 minuti) di assenza di attività cardiaca; nelle altre nazioni bastano circa 5/10 minuti.

“Sono contento e ringrazio tutti, gli operatori, i medici e l’ospedale. Sono stato trattato benissimo”, ha asserito il 40enne, di origini africane, sottoposto al trapianto di fegato da donatore a cuore fermo. Ora l’uomo è in buone condizioni di salute ma i medici non nascondono che si sia trattato di un intervento “particolare”.

Giuseppe Genduso, direttore sanitario del Niguarda di Milano, ha così commentato lo straordinario trapianto di fegato: “L’eccezionalità di questo trapianto è dovuta al fatto che l’equipe dell’ospedale di Pavia ha individuato un donatore che aveva espresso una forte volontà alla donazione, e nel momento in cui si è verificato l’arresto cardiaco, superati i venti minuti di elettrocardiogramma piatto, come previsto dalla legge, ha installato un sistema di circolazione extracorporea che ha riguardato solo gli organi addominali. Per quattro ore, fegato e reni sono stati osservati ed ossigenati e quindi dichiarati idonei per il prelievo… è quindi fondamentale che sia chiara la volontà del paziente di mettere a disposizione i propri organi, perché i tempi sono stretti”.

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