La tubercolosi spaventa Bologna dall’inizio del 2018 ad oggi. I primi sei mesi dell’anno hanno contato infatti 67 contagiati, di cui 31 ricoverati all’ospedale Sant’Orsola e altri 36 curati dall’ASL. La preoccupazione in Regione non manca tanto che Forza Italia propone un’interrogazione per capire come una malattia debellata il secolo scorso stia tornando prepotente nel nostro paese.
Tubercolosi: quanto influisce l’immigrazione
Il deputato Galeazzo Bignami spiega che «Una recrudescenza legata all’immigrazione, con i casi che aumentano di pari passo con i flussi migratori».
Bologna esce già da un 2017 in cui i casi totali di TBC sono stati 104, motivo per cui anche la Regione pensa che se il ceppo sia stato inizialmente portato dagli stranieri, oggi la trasmissione avviene tra gli italiani. E questo è dimostrato dal fatto che solo nei primi sei mesi del 2018, gli italiani contagiati sono stati 11 contro i 25 stranieri nelle ASL. Stesso discorso al Sant’Orsola, 31 stranieri e 11 italiani ricoverati
I controlli nei centri di accoglienza
Il deputato Bignami, non poteva non mettere l’accento, nello specifico, sull’hub, alias centro di accoglienza, situato in via Mattei e sulle prassi di prima accoglienza che vengono posti in essere: «I migranti, una volta sbarcati in Italia, vengono sottoposti a una prima visita sanitaria sommaria. Tuttavia, i veri controlli vengono effettuati una volta smistati nei centri di accoglienza nelle varie regioni, tra cui quello bolognese, dove vengono sottoposti ad accertamenti più approfonditi. Una questione che ha un costo, sia in termini sanitari, come si evince dai dati sulla tbc, che economici».
Bignami, infatti, ricorda che solo nel 2017 è stato speso oltre un milione e mezzo di euro, di cui soltanto 523mila euro per le prestazioni sanitarie, per il controllo preventivo nei centri di accoglienza. Mentre la restante parte della somma viene impegnata per pagare le prestazioni a medici, infermieri e personale sanitario vario.
