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Uovo di “Colombo”: la novità per combattere i tumori

Da Redazione

Giugno 05, 2018

Uovo di “Colombo”: la novità per combattere i tumori

La ricerca contro i tumori ha scelto un ‘uovo di Colombo’, ossia un comune uovo di gallina, che sarà usato in un laboratorio per far riprodurre i tumori umani affinché si sviluppino delle cure anti-cancro personalizzate.

Dentro saranno infatti coltivate tutte le cellule tumorali prelevate dai pazienti, per farle crescere in modo rapido e usarle poi per sperimentare i vari farmaci finché non si beccheranno quelli più efficaci. Questo almeno è quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports dall’Università di Kyoto con la collaborazione dei ricercatori di Stati Uniti, Francia e Arabia Saudita.

Uovo di Colombo, l’esperimento

Nei loro esperimenti gli scienziati hanno utilizzato l’uovo di gallina per far sviluppare cellule umane di tumore dell’ovaio, che sono state impiantate sulla membrana che si trova intorno all’embrione di pollo di appena 10 giorni. Grazie ai nutrienti che si trovano nell’uovo e alle sue difese immunitarie ancora non formate, il tumore ha preso vita in appena tre giorni. “Fare lo stesso nel topo avrebbe richiesto settimane. Così possiamo usare questo modello per testare farmaci personalizzati nel giro di una settimana” spiega il coordinatore dello studio, Fuyuhiko Tamanoi.

Uovo di ” Colombo”, cosa hanno fatto gli scienziati

I ricercatori hanno cercato subito a curarlo veicolando i farmaci con delle speciali ‘navette’, cioè delle nanoparticelle biodegradabili di silice grandi appena 200 milionesimi di millimetro. ‘Riempite’ con un farmaco antitumorale, detto ‘doxorubicina’, sono state provate sul tumore ovarico fato fermentare nell’uovo di gallina. Come esito, le nanoparticelle hanno comportato una rapida eliminazione delle cellule tumorali, senza provocare effetti collaterali sugli altri organi dell’embrione di pollo.

Al contrario, dei pesanti danni sono stati riscontrati quando una piccola dose di doxorubicina è stata somministrata nell’uovo ‘libera’, cioè non incapsulata nelle nanoparticelle. Ciò comporta che queste nano ‘navette’ evitano che si presentino gli effetti collaterali del farmaco grazie alla loro possibilità di portarlo in maniera precisa solamente sulle cellule tumorali.

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