Agnese Landini (moglie di Matteo Renzi) tra i precari a Scandicci
Da Redazione
Settembre 08, 2015
La scuola sta per iniziare ma in Italia ci sono ancora troppi prof precari. E’ inammissibile che accada questo. Oggi tantissimi precari italiani si sono messi in fila, dinanzi alle scuole, per sapere cosa faranno quest’anno
Tra le persone in fila davanti all’istituto Russell Newton di Scandicci, oggi, c’era anche una celebre precaria, ovvero Agnese Landini, la moglie del premier italiano Matteo Renzi. Anche lei, come tanti altri colleghi attendeva di ottenere qualche informazione riguardo al nuovo anno scolastico, con la speranza di poter fare qualche supplenza.
“Dove andrò? Ancora non lo so, dipende dalla scelta dei colleghi che mi precedono. Spero che questo rito penoso finisca, è umiliante. Non siamo qui a chiedere l’elemosina, siamo professionisti“, ha asserito la moglie di Matteo Renzi, confessando che il suo desiderio è quello di essere in classe dal primo giorno di scuola.
“Non sono rientrata nella fase B della riforma, spero con tutto il cuore di rientrare nella fase C”, ha aggiunto la Landini, che si è soffermata a parlare con molti problemi sulle criticità del sistema scolastico e sulla riforma della scuola. La moglie di Matteo Renzi, molto abbronzata, si è presentata con un outfit ancora estivo: camicetta blu e pantaloni bianchi. Agnese ha biasimato il modo con cui è stata organizzata la riunione alla scuola Russell Newton: “Eravamo stati convocati per le 10, ero al casello di Scandicci quando una amica mi ha telefonato per dirmi che noi dell’area umanistica eravamo stati spostati alle 14. Stavo per tornare indietro quando mi hanno avvertita che forse avevano cambiato idea, così sono venuta lo stesso. Vorrà dire che se ci chiamano a partire dalle 2 del pomeriggio mi metterò qui fuori a prendere il sole”, ha detto Agnese.
A una collega precaria che insegna inglese, la Landini ha detto: “Sto facendo una battaglia per ottenere che le lingue straniere si insegnino già a partire dell’asilo. Così come è importantissima la storia dell’arte, un italiano può definirsi italiano solo se la conosce”.
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