Aids, Milano capitale delle infezioni: rischiano gay ventenni

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Aids, boom di casi a Milano: gay rischiano

Aids, boom di casi a Milano: gay rischianoHiv. Milano è al top per i contagi. Negli ultimi mesi è registrato un aumento del 20% dei casi di Aids. A verificare i contagi sono stati i medici dell’ospedale San Gerardo di Monza. I dati, come al solito, rendono bene l’idea di cosa stiamo parlando. In Lombardia vivono 20.000 dei 130.000 sieropositivi in Italia; 15.000 sieropositivi risiedono a Milano e provincia. Andrea Gori, direttore del nosocomio San Gerardo ha rivelato ai microfoni del Corriere della Sera che dall’inizio del 2017 sono stati accertate 400 nuove infezioni da Hiv: +20% rispetto all’anno scorso. Preoccupante è l’incremento della percentuale dei contagi nella fascia d’eta tra i 25 e i 29 anni: +40%. Gori ha sottolineato che rischiano maggiormente i gay ventenni: ‘Sono giovani di una generazione che non ha vissuto i tempi durissimi delle morti per Aids ed hanno bisogno di essere informati ed educati’. Ogni anno, in Italia, vengono accertati tra i 3.500 e i 4.000 nuovi casi di Hiv. Si tratta di una stima perché molti sieropositivi non sanno di esserlo.

Hiv: ignorare la patologia è altamente pericoloso

Preoccupa la circostanza della non consapevolezza della malattia, ovvero non sapere di essere malati. Molti malati di Aids credono di essere sani e quindi mettono in pericolo, inconsapevolmente, l’incolumità altrui. L’esperto Gori ha precisato al riguardo: ‘Queste persone spesso arrivano in ospedale anche 10 anni dopo il contagio, quando la situazione è grave e quando potrebbe avere infettato almeno una dozzina di altre persone’.

A confermare l’escalation di casi di Hiv, specialmente tra i giovani, è stato anche Giuseppe Ancona, esperto di malattie infettive presso l’ospedale San Paolo di Milano: ‘Questi ragazzi non si preoccupano della loro sieropositività, vedono che anche i loro coetanei sono sieropositivi e non se ne curano. Non sanno che l’impatto dei farmaci sulla qualità della loro vita non è paragonabile alle conseguenze del virus’.

Molti malati non accettano le terapie

Lo specialista Ancona ha aggiunto che l’età media dei malati di Aids, recentemente, è aumentata di 10 anni e che, purtroppo, molti rifiutano le terapie per i pesanti effetti collaterali. Un paziente, a detta del medico, avrebbe rifiutato la terapia dopo aver letto il bugiardino del medicinale. Quegli effetti collaterali avrebbero pregiudicato la sua attività professionale. ‘Questo è un caso limite ma riscontriamo spesso diffidenza nei confronti delle terapie’, ha aggiunto l’esperto del nosocomio milanese.

Gli omosessuali, quindi, rappresentano la categoria più esposta al rischio di Aids. Lo ha detto anche l’OMS, secondo cui il rischio dei gay di ammalarsi di Hiv è 19 volte superiore a quello che corrono gli eterosessuali. Per tale motivo, l’Organizzazione ha stilato delle linee guida ad hoc sulla prevenzione.

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