Batteri super resistenti agli antibiotici: si morirà per banali ferite?
Da Redazione
Ottobre 09, 2017
L’uso massiccio degli antibiotici, a partire dagli anni ’50, ha determinato iI rafforzamento dei batteri e, se non si corre ai ripari, in futuro basterà veramente poco per morire. Lo ha ricordato un team di scienziati che, di recente, hanno preso parte a una conferenza, negli Usa, dell’American Society for Microbiology. C’è di più: un batterio contenente il gene Mcr-1 si sta diffondendo rapidamente in molte zone del mondo, tra cui Cina e Usa. Tale gene sarebbe resistente alla Colistina, l’unico antibiotico a disposizione della scienza per contrastare i batteri ‘coriacei’. Non è assurdo quindi pensare che, in un futuro non molto lontano, una semplice infezione o un banale intervento chirurgico possano mettere in pericolo la vita delle persone. C’è il rischio che si ritorni in una situazione simile a quella antecedente alla scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming, quando si moriva per una semplice lesione. Ecco, gli scienziati invitano le autorità sanitarie internazionali e i Governi a non trascurare la questione, perché sono in gioco molte vite.
Resistenza agli antibiotici: cosa fare?
I batteri si sono rafforzati molto negli ultimi decenni per un eccessivo utilizzo degli antibiotici. E’ per questo motivo che le Nazioni Unite, il Governo britannico, il Welcome Trust e gli esecutivi di altre nazioni discuteranno sulla problematica, nei prossimi giorni, a Berlino nel corso di un convegno. L’obiettivo è sollecitare le aziende farmaceutiche ad effettuare ricerche e fronteggiare il grosso problema dei batteri super resistenti.
I farmaci tradizionali non riescono più a contrastare i batteri. Che fare allora? Bisogna rassegnarci? Certamente, no. La scienza deve rispondere. Oggi i ricercatori sono allarmati perché si sta diffondendo a macchia d’olio un batterio resistente anche alla Colistina. L’esperta Sally Davies ha affermato nel corso di un’intervista rilasciata al Guardian: ‘Il mondo rischia di trovarsi di fronte a un’apocalisse antibiotica. Se non si fa qualcosa, operazioni di routine e semplici ferite potranno diventare mortali’. Secondo recenti analisi, annualmente perdono la vita circa 700.000 persone per infezioni che resistono agli antibiotici. Il numero dei morti potrebbe aumentare e arrivare addirittura a 50 milioni entro il 2050.
Cosa fare, allora, per contrastare l’allarmante fenomeno della resistenza batterica agli antibiotici. Un’arma infallibile potrebbe essere il miele. Lo avevano scoperto alcuni studiosi della Salve Regina University di Newport. Susan Meschwitz, coordinatrice dello studio, aveva spiegato che il miele ostacola la comunicazione tra i batteri, che quindi diventano più vulnerabili ai comuni antibiotici.
Ognuno di noi, comunque, può assumere comportamenti virtuosi, come ad esempio non assumere antibiotici per semplici infezioni. L’abuso di antibiotici non fa altro che rafforzare i batteri. I medici, dal canto loro, devono evitare di prescrivere sempre tali sostanze chimiche.
Resistenza in Italia
In Italia si registra un consumo smodato di antibiotici ma, nonostante ciò, non è stata ancora adottata una strategia contro la resistenza batterica. La ministra Lorenzin aveva annunciato l’imminente approvazione di un Piano nazionale contro l’antibiotico-resistenza ma, finora, non è stato convalidato nulla.
Il Bel Paese dovrebbe correre ai ripari sul versante dei batteri resistenti perché, secondo recenti dati dell’ISS e dell’European Surveillance of Antimicrobial Consumption Netwok, è la nazione in cui, in Europa, si consumano più antibiotici. Non solo: l’Italia è al terzo posto per uso degli antibiotici sugli animali negli allevamenti intensivi.
Articolo precedente
Albano e Romina non si amano: cantante smentisce versione della Power
Articolo successivo
Rissa alle nozze: il padre dello sposo attacca figlia, moglie e suocera
Redazione
Articoli correlati
Come lavora un’agenzia di marketing: dati, strategie ed emozioni
Dicembre 12, 2024
Guanti da donna: i modelli in voga per la stagione invernale 2025
Novembre 25, 2024
Lavorare all’estero, le migliori città dove recarsi
Novembre 24, 2024