Bimbi al nido meno intelligenti di quelli che restano a casa

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Nido: pro e contro, bimbi a casa più intelligenti

Nido: pro e contro, bimbi a casa più intelligentiBimbi al nido sì o no? C’è chi manda i figli al nido, prima dei 2 anni d’età per vari motivi, spesso per motivi professionali. Molti genitori devono recarsi al lavoro e non sanno a chi lasciare i piccoli. C’è chi (i più fortunati?), può contare sui nonni e quindi, spesso e volentieri, evita i nidi. In molte città italiane, poi, i nidi sono veramente onerosi. Avere i nonni a ‘portata di mano’ fa bene, insomma, al budget di tanti nuclei familiari. I pro e i contro del nido: una discussione che va avanti da anni e che non accenna a smorzarsi. Oggi sono tanti i bimbi under 2 che vanno al nido, anche se non sono pochi quelli che restano a casa con i genitori e i nonni. Meglio restare a casa o andare al nido? Bisogna premettere che ciascuna opzione ha i suoi vantaggi e svantaggi. Secondo una ricerca portata avanti da un team del Dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Bologna, i bimbi fino a 2 anni che restano a casa sono più intelligenti di quelli che vanno al nido ma rischiano maggiormente di diventare obesi.

Chi resta a casa rischia obesità

Lo studio condotto dagli esperti bolognesi si è concentrato su 7.000 bimbi di Bologna: alcuni vanno al nido, altri restano a casa. I piccoli volontari appartengono agli stessi contesti socioeconomici. Ebbene, i ricercatori hanno somministrato ai bimbi dei quiz per misurare il loro quoziente intellettivo, valutare la loro massa corporea e personalità. Ebbene, il team di ricerca ha scoperto che il quoziente intellettivo dei bambini che non andavano al nido era più alto. Era maggiore però anche il rischio obesità. In soldoni, stando allo studio bolognese, i piccoli che vanno al nido sono meno intelligenti ma rischiano meno problemi di peso, come obesità e sovrappeso. Adesso vediamo perché ciò accade.

I bimbi che restano a casa molto spesso mangiano in maniera più ‘confusa’ rispetto a quelli che vanno al nido. In tali strutture infatti vengono somministrati pasti ben bilanciati, che non favoriscono certo obesità e sovrappeso. Restando a casa, invece, è probabile che si vada incontro a tutta una serie di rischi. I piccoli, specialmente quando restano a casa con i nonni, vengono sovente coccolati con gustosi e calorici cibi.

I minori che restano a casa fino a 2 anni, però, si sentono più sicuri e stimolati, quindi potenziano meglio le loro capacità cognitive. Alla luce di tutto ciò, cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione dei bimbi a casa e quelli al nido? Beh, si potrebbero creare dei nidi sui generis, connotati da un maggiore contatto tra piccoli e adulti. Ovviamente è sempre importante incrementare il numero degli educatori.

Italia: il nido è sempre ancora un piano B

Al di là dello studio condotto a Bologna, non bisogna sottovalutare l’importanza dell’asilo nido. In Italia, rispetto alla media europea, pochi bimbi frequentano l’asilo nido. Le ragioni sono sostanzialmente due: i costi elevati e le esigue agevolazioni fiscali. Ovviamente hanno il loro peso anche le ragioni culturali. Nel Bel Paese il nido viene ancora visto come un piano B, un’alternativa a quella sicurezza che i piccoli trovano in casa, insieme a genitori, nonni, zii e fratelli.

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