Blobfish

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Il Blobfish è ufficialmente l’animale più brutto del mondo

Il suo nome scientifico è Psychrolutes marcidus, ma tutti lo conoscono come Blobfish. Su blobfishinternet impazzano le sue foto, qualcuno ha avuto perfino l’ardire di stampare il suo bel testone sulla propria maglietta, fatto sta che questo schivo pesciolino che solitamente abita a mille metri di profondità nell’oceano Pacifico, a largo delle coste dell’Oceania, è divenuto una celebrità.

Suo malgrado, poichè ha raggiunto la gloria come “animale più brutto del mondo”.  Il suo problema principale però non è l’estetica ma la sopravvivenza; infatti, vivendo a pochi centimetri dal fondale, è  vittima accidentale delle reti dei pescatori che ne minacciano l’esistenza. Per questo motivo la Ugly Animal Preservation Society l’ha scelto come testimonial di una campagna di sensibilizzazione volta a tutelare tutte quelle specie in via d’estinzione ma di cui l’uomo, animalisti inclusi, si disinteressa perchè non rientranti nelle grazie di madre natura.

Il blobfish ha avuto l’onore di ricoprire questa carica vincendo una regolare votazione e sbaragliando titani di bruttezza come la scimmia col naso gigante e la rana deforme: su 3000 votanti 795 consensi sono stati espressi in suo favore, un vero e proprio plebiscito che, ci sentiamo di dire, è meritato al 100%.
Un’iniziativa importante, che mira a sottolineare come il rispetto per la vita debba andare oltre le apparenze estetiche, soprattutto nei confronti di specie a rischio. L’opinione pubblica potrebbe rimanere scandalizzata difronte all’uccisione di massa di cani o gatti, ma è assolutamente indifferente alla strage che il blobfish e altri animali più “sfortunati” patiscono quotidianamente. Sicuramente non si tratta di animali da affezione piacevoli da coccolare o che vi faranno le fusa quando rientrate da lavoro, ma mantengono comunque una propria dignità.

La natura ha dotato il blobfish di una massa corporea gelatinosa che lo rende immune alle elevate pressioni delle profondità abissali. Il suo corpo è molle e desossato, con una testa sproporzionatamente grande rispetto al resto. Il poveretto, che, diciamocela tutta, sicuramente un po’ repellente è per davvero, tuttavia potrebbe risultare ancor più sconvolto dalla variazione di pressione a cui è sottoposto quando viene ripescato ed esposto all’area aperta: state pur certi che nemmeno la più in forma delle top model manterrebbe una buona cera a mille metri di profondità sotto il fondale oceanico.

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