Cancellato “Gesù” dalla canzone di Natale, bambina si ribella

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Cancellato “Gesù” dalla canzone di Natale, bambina si ribella

Le maestre di una scuola elementare di Riviera del Brenta hanno invitato gli alunni a non cantare la frase della canzone “Natale in allegria” che fa riferimento a Gesù per non urtare la sensibilità dei bambini di altre religioni. Una piccola di 10 anni ha deciso di fare una petizione per cantare la canzone nella versione originale e ha raccolto le firme.

Il testo della canzone Natale in Allegria

“Natale in Allegria” è una delle canzoni di Natale per bambini che più vengono utilizzate per le recite scolastiche a tema. La strofa della canzone dice: «Su, brindiamo! Festeggiamo! Questo è il giorno di Gesù». Le maestre hanno chiesto agli alunni di non cantare quella frase perché ci sono molti bambini di altre religioni. Una richiesta che non è andata giù ad una piccola della quinta elementare. Da alcune settimane erano tutti impegnati nella preparazione della recita scolastica di Natale e prima che si sollevasse un polverone mediatico è stata trovata una soluzione. I bambini sono molto più bravi degli adulti e il caso di Riviera del Brenta è esemplare. Forse si potrebbe fare lo stesso per risolvere la questione del crocifisso in aula. La piccola infatti ha raccolto le firme dei compagni. La madre ha raccontato che ha fatto tutto da sola, prima voleva scrivere una lettera alla preside, poi ha deciso di coinvolgere i compagni di classe.

La petizione per cantare la versione originale di Natale in Allegria

La bambina ha preso carta e penna e ha invitato i compagni a firmare per cantare la versione originale della canzone di Natale, senza “censure”. Nel giro di poche ore tantissimi bambini hanno deciso di firmare la petizione, anche molti musulmani. È stato un vero e proprio plebiscito per la petizione e le maestre si sono dovute arrendere. Non mancano i commenti degli esponenti della Lega soddisfatti per quanto accaduto però dovremmo riflettere sull’inadeguatezza del sistema scolastico italiano e sull’impreparazione di alcuni docenti. Non è con la censura e con le privazioni che si insegna a diventare cittadini migliori. E poi non dimentichiamo che il profeta Maometto diceva “Chiunque imita gli altri popoli, è uno di loro”, l’integrazione è condivisione e rispetto delle tradizioni.

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