Ciao: origini e curiosità del saluto più usato nel mondo

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Ciao: origini e curiosità sul saluto
Fonte foto: web

Ciao è una parola che utilizziamo tutti i giorni, di continuo, è una forma di saluto confidenziale, amichevole, assolutamente informale, è un saluto tipicamente italiano; ed è a doppio uso, nel senso che lo pronunciamo sia quando incontriamo una persona sia quando ce ne separiamo. Le persone alle quali di solito porgiamo un saluto, utilizzando la parola Ciao, sono persone che conosciamo; con le quali abbiamo confidenza: parenti. amici e conoscenti.

Ciao, espressione di rispetto

Perché solitamente nelle situazioni più formali, quando ci troviamo nella necessità di salutare qualcuno, con il quale non abbiamo una grande frequentazione, preferiamo usare saluti più diretti e più distaccati; come il buongiorno l’arrivederci o il salve. Se andiamo alla ricerca delle origini del saluto ciao, scopriamo che inizialmente era un’espressione di sottomissione e rispetto.

“Servo suo”

Questa piccola parola, se vogliamo anche simpatica, deriva dalla parola schiavo, però salutare qualcuno pronunciando la parola schiavo è assolutamente fuori dal comune; per questo motivo anticamente veniva utilizzata la forma “Servo Suo” che era un modo di salutare qualcuno esprimendo un profondo rispetto, che veniva rinnovato simbolicamente, ad ogni nuovo incontro; con questa forma di saluto si sottintendeva una totale disponibilità verso l’altra persona.

L’espressione schiavo vostro o servo vostro è presente in moltissime commedia dell’epoca ovvero intorno al 1700;  questo antico saluto non è stato dimenticato del tutto viene utilizzato ancora oggi in Austria e in Baviera, nella forma servo suo;  quindi possiamo affermare che il saluto ciao deriva dalla parola schiavo.

Pur essendo molto antica però non era in uso presso gli antichi romani;  la parola ciao subì un cambiamento e un evoluzione alcuni secoli dopo, quando le popolazioni della Slovenia allacciarono i primi contatti con i Romani ma non amichevoli,  furono infatti l’ultima razza ridotta in schiavitù dall’Impero Romano. Da qui ne deriva il termine slavo o Sclavo che indicava l’etnia di appartenenza.  Infine si confusero i due termini slavi e servi, ed ecco che questo mix tra le due parole gettava le basi per la creazione della parola ciao.

La Repubblica di Venezia e il ciao dialettale

Ma prima di arrivare a questa espressione modificata (ciao) in molte occasioni la parola schiavo veniva utilizzata non solo per salutare, o per indicare uno stato di sudditanza, ma anche per esprimere concetti romantici;  durante il corteggiamento a Venezia ad esempio gli uomini innamorati si definivano “chiavi della propria dama”.

Ecco che possiamo tornare a fare riferimento alle basi citate poc’anzi: nel dialetto veneziano la parola schiavo veniva pronunciata con un’assonanza stretta e l’espressione vera e propria era s’ciavo; quindi durante la Repubblica di Venezia diventò uso comune salutare con questa espressione senza distinzione di classe sociale.

Poi all’inizio dell’Ottocento divenne un saluto informale; mentre strada facendo arrivò anche in Lombardia dove fu alterato assumendo la forma definitiva di “Ciao” e fu proprio la forma modificata e lombardizzata di questo saluto, a diffondersi in seguito in tutta la penisola italiana. Ma la forma dialettale è ancora presente a tutt’oggi nei dialetti veneti, ma non come saluto, ma come esclamazione per esprimere rassegnazione o disappunto.

Come il Ciao Si è diffuso nel mondo

con il passare del tempo e grazie alle migrazioni di lavoratori italiani in tutta Europa il Ciao è diventato una delle parole tipiche della lingua italiana più conosciuta al mondo. Ed è entrata a far parte come saluto scanzonato anche nel linguaggio tedesco, in quello  ungherese, e poi  francese, spagnolo, portoghese, albanese, bosniaco, russo, bulgaro macedone, slovacco, rumeno, serbo, vietnamita e croato.

In pratica possiamo dire che le persone si salutano dicendo ciao in tutto il Pianeta. Ci sono diversi modi di utilizzare il Ciao come saluto;  ad esempio quando ci separiamo da qualcuno a volte lo raddoppiamo dicendo: “ciao ciao” che è una forma di arrivederci tra le righe; a questo saluto è legata anche l’espressione “fare Ciao” ovvero salutare con la mano. La parola ciao viene inserita spesso anche in frasi di vario tipo per rafforzare un certo concetto; come per esempio nella frase “dopo tanti anni di matrimonio si sono separati e ciao…” .

Salutarsi con un ciao è l’espressione più naturale del mondo: usiamo con questa parola per salutare i nostri figli, quando vanno a scuola la mattina, diciamo Ciao al collega di lavoro e lo invitiamo a bere un caffè, un ciao ed un sorriso viene dedicato all’amica del cuore, o al proprio compagno o compagna. Facciamo Ciao ali amici, diciamo Ciao ai parenti; ma non soltanto a voce, lo scriviamo anche, lo utilizziamo per intercalare discorsi ed espressioni, che manifestano emozioni e sentimenti differenti. Il Ciao lo possiamo definire un saluto internazionale, con il quale riusciamo a stabilire un rapporto immediato e più confidenziale con chiunque.

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