Novità riguardo alle indagini sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano morto sei giorni dopo l’arresto per droga. Un maresciallo dei carabinieri è sotto inchiesta per falsa testimonianza mentre altri due potrebbero finirci per il reato di lesioni
Il pm Giuseppe Musarò ha raccolto diverse testimonianze che permetterebbero di ricostruire la vicenda, risalente al 2009, diversamente. Ricordiamo che i familiari di Cucchi ritengono che si sia trattato di omicidio preterintenzionale. La Procura ha voluto fare chiarezza, recentemente, su quello che avvenne nella caserma dei carabinieri di Tor Sapienza, dove Stefano venne condotto dopo l’arresto. Ricordiamo che la Corte d’Appello di Roma ha invitato la Procura a compiere ulteriori indagini finalizzate all’individuazione di eventuali responsabilità di persone diverse da quelle giudicate.
Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Cucchi, ha chiosato con queste parole le ultime novità: “Che un carabiniere sia indagato per falsa testimonianza credo sia solo la punta dell’iceberg. Verranno fuori altre situazioni e novità molto importanti ma per il momento non ne posso parlare. Ci saranno novità che cambieranno la storia che è stata scritta finora”.
Anselmo, dopo aver sottolineato che i familiari di Cucchi, lunedì prossimo, incontreranno il numero uno della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, ha rammentato che Stefano Cucchi è morto perché è stato pestato.
