Bancarotta fraudolenta. E’ questo il reato per cui Denis Verdini è stato rinviato a giudizio, oggi, a Firenze. La Procura indaga sul crack di due aziende riconducibili alla famiglia Arnone
La prima impresa fallita era debitrice per 4 milioni di euro nei confronti del Credito Cooperativo fiorentino, di cui era presidente proprio Denis Verdini. La seconda aveva acquisito lavori dalla Banca di Verdini e, successivamente li avrebbe apparentemente subappaltati alla prima, in modo da consentirle di pagare, almeno parzialmente, il debito.
Oltre a Denis Verdini sono stati rinviati a giudizio anche i titolari dell’azienda, padre e figlio. Il prossimo 13 ottobre si svolgerà la prima udienza dinanzi alla sezione penale del Tribunale di Firenze.
Il legale di Verdini, Massimo Rocchi, ha affermato: “Se l’imputato si chiamava Giuseppe Rossi non sarebbe stato rinviato a giudizio. Il capo di imputazione non sta in piedi perché è contraddittorio. Si contestano due condotte che non posso esistere contemporaneamente”.
Denis Verdini, lo ricordiamo, ha lasciato nelle ultime ore Forza Italia dopo una riunione durata svariate ore con Silvio Berlusconi. “Le posizioni restano distanti, ti confermo l’intenzione di voler andare via”, ha detto Denis Verdini a Silvio Berlusconi, sottolineando di essere in possesso dei numeri “per fare un gruppo”.
L’incontro tra Verdini e Berlusconi è stato pacifico e leale sebbene i due abbiano differenti visioni in ambito politico. Secondo alcuni insider di Palazzo Grazioli, alla riunione hanno partecipato anche Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Niccolò Ghedini.
Verdini ha comunicato al Cavaliere che tra qualche giorno ufficializzerà l’addio a Forza Italia. L’ex coordinatore forzista potrà contare su diversi parlamentari, al Senato, che gli consentiranno di creare un nuovo gruppo.
